Politica

Reclusione ai domiciliari: si decide tutto in 30 giorni

Il leader Pdl non vuole l'affidamento ai servizi sociali. Il procuratore di Milano: "Pena subito eseguibile"

Milano - Fax, telegramma, posta ordinaria. Sta alla Cassazione la scelta delle modalità con cui mandare alla Procura di Milano la sentenza che ieri sera ha reso definitiva la condanna a quattro anni di carcere di Silvio Berlusconi. La prassi, spiegano in Procura, è che viaggino con urgenza solo le condanne sopra i cinque anni, le altre seguono i ritmi ordinari della corrispondenza giudiziaria. Una settimana, grossomodo. Ma poi la sentenza arriverà a palazzo di giustizia. E qui scatterà la fase finale: la fase dell'esecuzione.

«La pena principale è definitiva e subito eseguibile», dichiara ieri sera il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. È l'annuncio ufficiale dell'avvio della procedura che nel giro di qualche tempo priverà Silvio Berlusconi della sua libertà. Solo per un anno, perché gli altri tre sono coperti dall'indulto. Ma per il Cavaliere rischia di essere l'anno più lungo della sua vita.

I tempi e i modi in cui questo accadrà dipenderanno in parte dai tempi rigidi della burocrazia giudiziaria e in parte dalle scelte, assai meno prevedibili, che farà il condannato. Un dato è certo: appena la sentenza arriverà da Roma, che sia domani o tra una settimana, la Procura della Repubblica spiccherà l'ordine di carcerazione per Berlusconi. Al Cavaliere toccherà firmare per ricevuta l'atto - firmato da Bruti. Ma contemporaneamente gli verrà consegnato il decreto che sospende l'esecuzione della pena per trenta giorni, e gli comunica che entrò questo termine potrà chiedere misure alternative: affidamento ai servizi sociali o arresti domiciliari. Il termine comincerà però a decorrere dal 16 settembre, quando finirà la pausa feriale dell'attività giudiziaria.

Un mese, dunque: dal 16 settembre al 15 ottobre. È in questo arco di tempo che Berlusconi dovrà scegliere come affrontare la partita cruciale. A disposizione ha una via d'uscita relativamente poco traumatica. Se chiederà l'affidamento ai servizi sociali, resterà a piede libero in attesa di una decisione del tribunale di sorveglianza che - visti i tempi d'attesa - potrebbe slittare fino alla primavera o all'estate del 2014. L'affidamento gli verrebbe sicuramente concesso, e si risolverebbe in qualche ora al giorno di attività in organismi socialmente utili.

Ma c'è un altro scenario, quello evocato da Berlusconi nel colloquio poi smentito con Libero: quello che vede il Cavaliere prendere di petto la sentenza e rifiutare qualunque beneficio o misura alternativa. In questo caso, il 16 ottobre la Procura non avrebbe altra scelta che ordinare il suo arresto, verosimilmente - vista l'età e la esigua pena da scontare - agli arresti domiciliari. Arresti domiciliari magari attenuati dal permesso di telefonare, di uscire qualche ora al giorno. Ma pur sempre arresti. E se Berlusconi decidesse di abbandonare senza autorizzazione la villa di Arcore scatterebbero inevitabilmente l'arresto per evasione e il carcere.

È uno scenario che fino a poco fa poteva sembrare appartenere alla fantacronaca e che ora invece si fa, in tutta la sua crudezza, assolutamente possibile.

Anche perché nel caso di Berlusconi la Procura è compatta: la legge è uguale per tutti.

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