«Benedetto e Francesco hanno già fatto pulizia Le accuse sono ingiuste»

Il Vaticano non ha «violato» la Convenzione per i diritti dei minori. E anzi Papa Benedetto XVI e Papa Francesco hanno già fatto pulizia all'interno della Chiesa e con «l'istituzione della Commissione per la protezione dei bambini vittime di abusi» la Santa Sede sta dando un nuovo importante segnale nella direzione della trasparenza. In questa intervista al Giornale, il cardinale Sean Patrick O'Malley, arcivescovo di Boston e membro del Consiglio dei cardinali scelto da Papa Bergoglio per il rinnovamento del governo della Chiesa e per la riforma della Curia, rispedisce al mittente le accuse del Palazzo di Vetro rivolte alla Santa Sede. Dopo aver risanato la diocesi di Boston, una delle più colpite dallo scandalo pedofilia, e aver annunciato l'intenzione del Papa di istituire una Commissione ad hoc per la lotta agli abusi, il cardinale con il saio - come viene scherzosamente chiamato - è in prima linea nel lavoro di sradicamento di questo fenomeno.
Come valuta il rapporto dell'Onu?
«L'ho letto e credo che la risposta si possa trovare nella decisione della Santa Sede di voler istituire una Commissione per la protezione dei bimbi vittime di abusi. Quando diventerà operativa tutti comprenderanno lo sforzo di Papa Francesco e del Vaticano di voler far luce sugli abusi commessi da sacerdoti, con l'obiettivo di prevenirli».
Ma l'Onu parla di violazione della Convenzione...
«No, non c'è stata alcuna violazione da parte del Vaticano. E anzi ritengo che l'Onu debba rispettare l'operato della Santa Sede nella sua capacità di controllare tutte le situazioni all'interno della Chiesa universale. L'impegno dei due Papi è evidente. Benedetto XVI ha chiesto che ogni Conferenza episcopale prepari le linee guida per rispondere in modo adeguato agli abusi sessuali da parte di sacerdoti. E Francesco vuole fare tutto il possibile per assicurare la tutela dei minori. Sono sicuro che l'istituzione di questa nuova Commissione rappresenti un passo molto importante per ridare credibilità alla Chiesa».
Pensa sia giusto allontanare i sacerdoti «sospettati» non ancora giudicati colpevoli?
«Occorrono indagini accurate e serie e solamente se vi è un'accusa credibile il sacerdote deve essere messo da parte, almeno fino a che il processo di investigazione non sarà completato».
Dall'Onu, dunque, una sorta di ingerenza negli affari della Santa Sede?
«La responsabilità immediata nei casi di abusi sessuali commessi da un sacerdote è del vescovo e successivamente della conferenza episcopale.

La Santa Sede sta cercando di aiutare a rispondere in modo veloce e adeguato a queste situazioni. Occorre avere norme chiare e scritte, ma questo lavoro spetta alle Conferenze episcopali. Le Nazioni Unite non intervengano».

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