«Io sono l'ultimo presidente del Consiglio eletto». Boato. Berlusconi non può non affondare il colpo su un'operazione che lo indigna. «Si raduna la segreteria del Pd e nel retrobottega del partito si decide che Letta deve andare a casa e che il premier lo deve fare il sindaco di una piccola città. Monti, Letta, Renzi. Tre governi non eletti e non legittimati da regolari elezioni». La cosa, se possibile, brucia ancor di più perché, giura il Cavaliere, «ho stima di Renzi. L'ho trovato in sintonia con me. Non viene dalla vecchia sinistra. E mi sono augurato che lui possa seppellire l'ideologia del vecchio partito comunista. Se trasforma il Pd in partito socialdemocratico sarebbe un bene. Gli faccio gli auguri». Ma la staffetta è un gioco sporco: «Ciò che sta accadendo non può accadere in una democrazia», sibila. Quando il Cavaliere si butta tra le braccia del suo popolo si sente più a suo agio che nelle stanze del Palazzo. E l'accoglienza qui in Sardegna, dove domani si vota il governatore, è sempre calda. «Silvio, Silvio, Silvio...». E lui apprezza: «Non esagerate, io sono vecchio e mi commuovo facilmente...».
Quando dice «Io sono l'ultimo presidente del Consiglio eletto dal popolo» la platea esplode: «Silvio, Silvio, Silvio...». E Silvio colpisce. Anche se, per ora, Renzi resta un alleato sulle riforme istituzionali e la legge elettorale. Ma l'orizzonte è quello del duello nelle urne. L'avversario è sempre la sinistra che «non ha ancora capito come si fa a sviluppare l'economia. Nel programma nazionale hanno tre punti che non possono aiutare l'economia. Primo: vogliono la riduzione di ciò che si può spendere in contanti da 1.000 a 300 euro». Non solo: «Vogliono introdurre una patrimoniale per un valore che va dagli 80 ai 100 miliardi che colpisce chi ha da un milione in su». Poi Berlusconi cita una sua vecchia bandiera: la tassa di successione. «Vogliono aumentarla per fare come in Francia. Lì si deve pagare allo Stato circa il 40 per cento. E ci sono 102 castelli in vendita perché i proprietari non hanno i soldi per pagare l'imposta».Non fa sconti neppure ad Alfano e ai suoi, definiti «utili idioti della sinistra. Che li usa quando serve e poi li scarica con una pedata». È come se si sentisse già in campagna elettorale, il Cavaliere. «Noi, che eravamo il primo partito... Ma poi ci sono stati...». E la platea si infiamma: «Traditoriiiii». L'ex premier sorride, annuisce, non cita Alfano ma dice: «Mi hanno tradito nell'ora del bisogno ma alle prossime elezioni dovremo riprenderceli... A meno che non riusciamo a raggiungere il 37 per cento da soli».
Occorre però essere determinati e aggressivi anche se Berlusconi racconta un aneddoto: «Quando andai da Cossiga a dirgli che dovevo scendere in campo lui cercò di dissuadermi. Mi disse te lo sconsiglio perché ti voglio bene. Ti manca una dote necessaria in politica. La cattiveria. Beh... Aveva ragione». È di buon umore, il Cavaliere. E l'autoironia non gli manca visto che quando dice «Olgiastra» invece che «Ogliastra» ci ride su: "Ops, scusate... Ma le olgettine mi sono rimaste dentro...». Risate e applausi. Tira la volata al candidato azzurro e governatore uscente Ugo Cappellacci, in testa nei sondaggi, con uno show di due ore.
Parla di Sardegna, l'ex premier, senza rinunciare alle battute: «Volevo venire tante volte ad Arborea... Perché si chiamava Mussolinia? No, perché ha come patrono il mio patrono personale, Don Bosco... E lui ci darà la benedizione per quello che succederà domenica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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