Berlusconi lascia il Pdl

Gli ultimi scandali delle Regioni hanno offuscato l'immagine del partito. Il Cavaliere ha capito che è arrivato il momento di rifondare tutto. È una sfida che può vincere

L'ex premier Silvio Berlusconi
L'ex premier Silvio Berlusconi

Mezze frasi riportate dai partecipanti, i pompieri che per tutto il giorno gettano acqua sul fuoco, ma sta di fatto che l'altra notte, in un vertice di partito, Silvio Berlusconi ha annunciato ai suoi la fine del Pdl, almeno così come lo abbiamo conosciuto e conosciamo. È una svolta importante, attesa dagli elettori e temuta da molti dirigenti che temono di rimanere orfani e forse disoccupati. Noi ci auguriamo che questa volta si vada fino in fondo e in fretta, prima che la piovra della politica riavvolga il Cavaliere con i suoi malefici tentacoli. Che sbaracchino tutto e, fino a che è in tempo, Berlusconi metta in campo una proposta decente per l'enorme elettorato moderato e liberale che non sa più a che santo votarsi. Fuori i mercanti, i Batman e chi non ci azzecca. Questo è ovvio. Ma soprattutto si torni al partito di plastica, leggero, unito, motivato, con un programma coraggioso che ridia speranza alla gente.

Non è questione di cacciare qualcuno, di fare liste di proscrizione o di dividere tra bravi e cattivi. Il Pdl negli anni si è avvitato ed ora è prigioniero di un nodo tanto ingrovigliato che per liberarsi c'è solo una possibilità: recidere. Può farlo solo Berlusconi. Il balletto di ipotesi se sarà lui o no il candidato premier è stucchevole, perché il problema non è lui ma un partito bolso a prescindere da chi lo guiderà in campagna elettorale, compromesso con personaggi paradossali e che si sente sconfitto ancora prima di iniziare la gara.

So che in queste ore alcuni autorevoli esponenti del partito e prestigiosi consiglieri stanno cercando di evitare tutto ciò, proponendo in cambio complesse e astruse formule pre e post elettorali. Un gioco alla sopravvivenza e al ribasso che forse potrebbe salvare qualche poltrona ma non noi.

Di fatto un tradimento di una storia iniziata diciotto anni fa. Caro Berlusconi, dia retta a se stesso, ai suoi ancora non pochi elettori e ai nostri lettori. Il coraggio non le manca. Sbaracchi e riparta come meglio crederà. Ce la può fare.

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