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"Berlusconi non è il candidato premier". Adesso Ilda la Rossa usa gli slogan di Bersani

Boccassini usa gli slogan di Bersani: "Berlusconi non è il candidato premier". E prova a portare avanti il processo per dare una mano alla sinistra

"Berlusconi non è il candidato premier". Adesso Ilda la Rossa usa gli slogan di Bersani

Ad ascoltare l'invettiva di Ilda Boccassini contro il Cavaliere non possono che tornare alla mente gli slogan da campagna elettorale di Pierluigi Bersani. "Berlusconi non è il segretario politico nazionale del partito, perché è Alfano, e non è nemmeno il candidato premier". Una scusa grossolana (e prettamente politica) usata dal leader piddì per fuggire a gambe levate dal confronto televisivo con l'ex premier e del pm di Milano per opporsi alla richiesta di legittimo impedimento avanzata da Niccolò Ghedini al processo Ruby.

C'era da aspettarselo. Un vero e proprio intervento a gamba tesa, proprio mentre Silvio Berlusconi scala in sondaggi dopo aver sgominato il clan Santoro e aver esorcizzato gli studi di Servizio Pubblico. Renato Mannheimer ha addirittura rilevato che il centrodestra la spunterebbe in Lombardia portando Roberto Maroni al Pirellone e mettendo sotto scacco la maggioranza a Palazzo Madama. Così, mengtre la sinistra è ancora intontita dalla rimonta e Bersani balbetta a fatica grossolane scuse per non confrontarsi col Cavaliere sul programma, ecco che la procura di Milano scende in campo e offre un assist alla campagna elettorale della sinistra. Stesse parole, stessi slogan, stesse accuse. Non una presa di posizione sul piano giuridico, ma un vero e proprio sgambetto dal sapore meramente politico. Sebbene negli accordi tra il Pdl e la Lega sia stato deciso che il candidato premier verrà espresso solo dopo il risultato alle urne, Berlusconi è indiscutibilmente il capo della coalizione di centrodestra e il presidente del Pdl. Un ruolo che la Boccassini si è rifiutata di riconoscere mettendo in discussione il ruolo istituzionale e politico del Cavaliere.

"Berlusconi non è il segretario politico nazionale del partito, perché è Alfano, e non è nemmeno il candidato premier", ha spiegato il pm chiedendo ai giudici del caso Ruby di rigettare le istanze della difesa sul legittimo impedimento per oggi e di carattere generale per la campagna elettorale. Non solo. La Boccassini ha addirittura fatto le pulci al Pdl facendo notare ai giudici della Quarta sezione penale di Milano che la riunione di oggi si svolge nella sede privata di Berlusconi, a Palazzo Grazioli, e non nella sede del partito in via dell'Umiltà: "La missiva mandata ai coordinatori regionali del partito per convocare questa riunione è firmata da Alfano, e Berlusconi ha semplicemente offerto casa sua". Per il pm di Milano, quindi, l’impedimento non si può concedere perché l’ex premier "non è né il segretario politico del partito né il candidato premier". Insomma, a detta della Boccassini, la difesa vorrebbe solo "procrastinare il dibattimento" per arrivare fino alla campagna elettorale: "L’imputato ha scelto ed è un suo diritto di non partecipare alle udienze del processo, se non quando è venuto per dichiarazioni spontanee ed oggi la difesa chiede di sospendere il processo per la campagna elettorale, questione solo politica".

In realtà, sono le ragioni addotte dalla Boccassini ad avere un significato unicamente politico. Come Bersani si è trincerato dietro a una scusa per svicolare il confronto tivù, così il pm ha usato la stessa scusa per portare avanti un processo (politico). Che Berlusconi conduca in prima persona la campagna elettorale del Pdl è sotto gli occhi di tutti. Le presenze televisive e la presenza del nome nel simbolo ne sono la dimostrazione più lampante.

"Nessuno mette in discussione il ruolo di Berlusconi nella campagna elettorale - ha commentato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera - tranne la dottoressa Boccassini, il che la dice lunga sulla sua obiettività".

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