Berlusconi pensa al rush finale: campagna negli ultimi 15 giorni

Oggi chiude la partita dei candidati alle Europee Ufficiale l'addio di Bonaiuti: "Non lo capisco"

Berlusconi pensa al rush finale: campagna negli ultimi 15 giorni

Una campagna elettorale che entrerà nel vivo soltanto a maggio: «Contano le ultime due settimane, non prima», sostiene l'ex premier. Berlusconi lavora all'agenda politica in vista del voto e prepara quello che sarà il rush finale, a ridosso delle urne. Ma prima c'è da chiudere il capitolo candidature: la quadra si troverà oggi o al più tardi domani, con Verdini e Toti a sciogliere gli ultimi nodi. Come sempre accade in extremis. L'umore del Cavaliere, che descrivono «sempre in palla», tuttavia è così così: soprattutto a causa dell'ultimo addio. Quello di Paolino Bonaiuti, sua ombra per quasi un ventennio. Descrivono Berlusconi amareggiato, deluso, triste. «E dire che l'ho portato in giro per il mondo per 18 anni», si sarebbe sfogato con la voce incrinata dalla mestizia. È sulle motivazioni che i due non si sono più capiti, nel faccia a faccia di sabato ad Arcore. Bonaiuti, in un comunicato, spiega così: «Una decisione sofferta, anche a lungo rinviata, ma pienamente motivata, già da tempo, da divergenze politiche e da incomprensioni personali che si sono approfondite nell'ultimo anno». In pratica lamenta di essere stato ingiustamente «scaricato». «L'ultima volta che l'ho visto è stato poco prima di Natale. Io, che per anni lo chiamavo a qualsiasi ora del giorno e della notte...». Berlusconi non capisce appieno: «Ma il problema è l'ufficio vicino alla toilette?», pare abbia obiettato. Bonaiuti gli indica un solco politico: «Presidente, io non condivido la politica delle scudisciate». E l'altro: «Paolo, ti prego, ripensaci». «D'accordo. Ci penso». Ma poi la situazione precipita e arriva l'addio definitivo.

La cosa che fa più male è che vada nelle braccia di Alfano, sembra citato con un «salutamelo», al momento del commiato. È una sorta di schiaffo che collaboratori così fidati, anzi amici, lo abbandonino nel momento più difficile della sua vita. Anche Toti si dice «colpito»: «Bonaiuti che se ne va? Questi giorni mi sembra di stare a Scherzi a parte... Io e Paolo abbiamo avuto per anni un ottimo rapporto e pensavo di averlo ancora. Tutta questa storia ha del surreale e del grottesco, fatta da una persona che ha avuto il ruolo, il successo, la visibilità». Ma c'è da pianificare la battaglia finale da combattere, per di più, con un braccio legato dietro la schiena. Sarà una campagna elettorale mutilata, pena le manette. Niente temi da «alta tensione» come quelli della giustizia che altrimenti si resta fulminati. Sarà una campagna tutta anti-Merkel: pugni sul tavolo in Europa per rinegoziare il fiscal compact, ossia quel cappio al collo che ci obbliga a star dentro parametri assurdi e ci impone politiche recessive. Economia in cima all'agenda, per intercettare i milioni di italiani falcidiati dalla crisi. «Più Italia in Europa, meno Europa in Italia», è lo slogan. E poi c'è da chiudere il puzzle candidature. Blindati i capolista al Centro (Tajani), al Nord Ovest (Toti), al Sud (Fitto). E poi probabile Gardini al Nord Est, assieme a Lia Sartori, Gianpiero Samorì e Lisa Ferrarini. Miccichè dovrebbe guidare la truppe nelle Isole, assieme a Salvatore Cicu e Massimo Romagnoli. Resta in forse, invece, l'ex ministro Claudio Scajola.

Posizione, la sua, che sarà risolta direttamente da Berlusconi; mentre girano voci di pressanti richieste da parte dell'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Boatos? La partita dovrebbe chiudersi oggi o al massimo domani.

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