Politica

Berlusconi-Renzi, secondo faccia a faccia

Ieri sera l'incontro a Palazzo Chigi per discutere della nuova legge elettorale e dell'abolizione del Senato

RomaListe, certo. Ma soprattutto un faccia a faccia con Matteo Renzi. L'incontro tra i due, tenuto top secret per tutta la giornata, è avvenuto ieri sera verso le 21 a palazzo Chigi. Fino all'ultimo non era certo anche perché la giornata del premier era strapiena: quattro ore di vertice col ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per comporre il puzzle delle nomine, previa visita al Quirinale per ricevere il nulla osta da re Giorgio. E poi, appunto, il Cavaliere.
Sul tavolo riforme e legge elettorale. Per tutta la giornata da entrambi i fronti, azzurri e piddini, bocche stracucite. Un silenzio anomalo ma comprensibile visti gli effetti che in certa sinistra ha provocato il primo incontro al Nazareno lo scorso 18 gennaio. È molto raro che Berlusconi salti il tradizionale lunedì in famiglia, solitamente passato ad Arcore. Vero: ci sono le liste da chiudere con tutto quello che di burocratico comporta; moduli da firmare e controfirmare per poi depositarli da un notaio della capitale. Le agenzie di stampa lanciavano la notizia col titolo: «Berlusconi accelera sulle liste: rientro in anticipo per il Cav». Il rientro anticipato a Roma, tuttavia, era dovuto soprattutto alla necessità di vedere il premier.
C'è da rinnovare il patto del Nazareno su riforme costituzionali e legge elettorale; e c'è da confermare la linea della responsabilità sulle riforme che vanno però concordate a quattr'occhi: sia nei tempi, sia nei contenuti. Un incontro necessario e pure urgente. Oggi il provvedimento sulla riforma del Senato approda in Commissione Affari costituzionali. Iscritti a parlare per Forza Italia ci sono tutti e 60 i senatori. Un atteggiamento ostruzionistico che non può far piacere al premier che verosimilmente avrà chiesto a Berlusconi di cambiare registro.
Oggi, tra l'altro, il Tribunale di sorveglianza potrebbe esprimersi sui probabili servizi sociali al Cavaliere. «Potrebbe» perché i magistrati, dalla prima udienza del 10, avevano dai cinque ai quindici giorni di tempo per emettere il loro verdetto. Se fossero solerti, l'ora X scatterebbe proprio oggi. Ecco la necessità di non rimandare l'incontro. I giudici stanno per dire che il leader dei moderati italiani, in procinto di scrivere le regole della Terza Repubblica, deve essere «rieducato». Un fatto assurdo. E Berlusconi ha tutto l'interesse a rendere palese il paradosso. Renzi meno; anzi molto meno. Il primo faccia a faccia venne salutato da certa sinistra con lanci di uova, insulti e l'accusa di «aver riesumato il morto Berlusconi». Ma Renzi ha sempre risposto che le riforme le avrebbe fatte concordandole con l'opposizione e di non essersi mai pentito di aver incontrato il Cavaliere. Ma nel Pd le acque restano agitate e dare troppa pubblicità al summit avrebbe creato ulteriori mal di pancia a via del Nazareno. Il faccia a faccia, tuttavia, s'impone. Il premier, sebbene ostenti sicurezza, i numeri al Senato non ce li ha. Ha bisogno del Cavaliere come il Cavaliere ha bisogno di lui.
Sul tavolo dei due leader ci sono la legge elettorale e la riforma del Senato. Berlusconi, che chiede una corsia preferenziale per l'Italicum, ha difficoltà a votare la prima bozza Boschi così concepita. Troppe incongruenze. La trattativa è da settimane portata avanti dagli sherpa Verdini, per gli azzurri, e Boschi e Guerini per il Pd. Ma la quadra ancora non c'è e solo il summit Renzi-Berlusconi potrebbe sbloccare lo stallo.

E l'ottimismo c'è, visto che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Delrio giura: «Fino a ora Berlusconi si è rivelato una persona che ha rispetta i patti».

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