RomaAnche Berlusconi tira la cinghia. Il piatto piange un po' per la crisi un po' per le nuove norme sul finanziamento pubblico ai partiti. Così, per rimpinguare le casse di Forza Italia il Cavaliere lancia un appello on line: «Diventa azionista della libertà». L'ex premier è più che mai esplicito: «Mi hanno aggredito con 57 processi togliendomi serenità e tempo, tanto tempo. Hanno infangato la mia immagine inventando menzogne di ogni tipo, hanno attaccato le mie aziende, hanno gravemente colpito il mio patrimonio, da cui ho sempre potuto attingere per sostenere la nostra battaglia di libertà. Ora hanno alzato il tiro, con una sentenza impossibile, attentando addirittura alla mia libertà personale. Ma non basta. Con la nuova legge sul finanziamento dei partiti politici, oltre ad aver posto fine al finanziamento pubblico, mi hanno impedito di continuare a sostenere Forza Italia. Questa nuova legge vieta che si possa finanziare un singolo partito politico con più di 100.000 euro all'anno». Troppo poco per tenere in vita un movimento politico, figuriamoci un partito che vuole rappresentare tutti i moderati. Ecco quindi l'appello: «Abbiamo bisogno del tuo aiuto, dell'aiuto dei nostri sostenitori per realizzare la campagna per queste elezioni europee, che saranno per noi il banco di prova fondamentale». L'uomo Internet di Forza Italia, Antonio Palmieri, spiega: «È una forma di azionariato popolare, il nostro modello è quello di Obama». Continua Palmieri: «Questo è solo il calcio d'inizio. Abbiamo già pronte altre attività che metteremo in atto progressivamente nei prossimi mesi».
D'altronde il partito vedeva «rosso» da anni. Nel 2012 l'allora Pdl chiuse il bilancio con un avanzo di esercizio pari a 3,7 milioni. Ma siccome aveva accumulato negli anni precedenti un buco di 7,5 milioni, l'avanzo del 2012 servì solo a far scendere il debito a 3,7 milioni. Per finanziare la campagna elettorale l'ex premier aveva scucito 2 milioni di euro ma adesso non può più e forse, anche potesse, non vuole più aprire il portafoglio.
In compenso il Cavaliere è lanciatissimo nella campagna elettorale e concede interviste a destra e a manca. «Gli 80 euro? Non la considero un'elemosina ma non è giusto che li paghino le famiglie e i pensionati con una patrimoniale su casa e risparmi». E ancora: «Cambieremo tutto perché, è vero, sono vecchio; ma sono testardo e combattente». Vede Renzi col fiato corto: «Non credo che la situazione economica consentirà che si arrivi fino al 2018. Penso che si voterà tra un anno, un anno e mezzo». E poi il premier l'ha deluso: «Dopo tante promesse ha dovuto prendere atto che il suo partito certe cose non gliele lascia fare. Il Jobs act, per esempio, è diventato un Cgil act». Ce n'è anche per Alfano, «stampella di Renzi con 33 senatori eletti nel centrodestra».
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