
"Il presidente del Consiglio tende un po' a guardare le cose dall'alto: a me piace guardare di più all'altezza degli occhi della gente comune". La differenza è lampante. Secondo Pier Luigi Bersani questo è il punto che divide il suo Partito Democratico e la coalizione centrista di Mario Monti, la capacità di occuparsi delle cose della gente, senza il piglio professorale dei tecnici.
Bersani è a Bettola, il paese del Piacentino dove è nato. E nonostante ammetta la stanchezza dovuta alla campagna elettorale, tira qualche stilettata al Professore, ricordando che non è certo l'unico ad essersi messo in campo per un senso di responsabilità. "In un momento così chi decide di farlo - dice - non lo fa per sport".
"Sono abbastanza stanco di una campagna elettorale dove tutti i giorni si misura il mezzo metro tra me, Monti e Berlusconi", spiega il segretario del Pd.
Ed è certo di un fatto: tra lui e gli altri c'è un baratro incolmabile, perché è l'unico a non avere "messo il nome sul simbolo", anche se avrebbe potuto farlo, perché "sono stato scelto con le primarie dove hanno votato oltre 3 milioni di persone".