RomaI primi cinque li hanno fermati ieri, mentre erano impegnati in un sopralluogo ad un obiettivo sensibile. Cinque black bloc francesi, tutti professionisti del disordine con un curriculum di tutto rispetto, un paio anche con precedenti per terrorismo e altri due noti per aver partecipato in passato a proteste violente contro l'Alta Velocità. L'antipasto di quello che potrebbe accadere oggi nella capitale con il corteo dei No Tav e dei movimenti di lotta per la casa.
La «due giorni» di mobilitazione è cominciata con un venerdì da bollino rosso per i romani, reso ancora più difficile dalla concomitanza della manifestazione dei sindacati di base con lo sciopero dei mezzi pubblici e con la partita Roma-Napoli allo stadio Olimpico. Mezza città è sotto assedio, con 4mila uomini delle forze dell'ordine a presidiare le zone percorse dai cortei e a vigilare sedi istituzionali e obiettivi sensibili. Il sindaco Ignazio Marino confida sulla saggezza dei manifestanti, mentre l'ex vicesindaco Sveva Belviso considera «segnali inquietanti» l'arrivo in città degli estremisti d'Oltralpe e il ritrovamento lungo il percorso dei Cobas di un furgone pieno di manganelli retrattili, buste di biglie di vetro, martelli ed estintori. I cinque francesi fermati nel centro storico, tutti senza cellulare per non essere intercettati, hanno precedenti per turbativa dell'ordine pubblico, in Italia e all'estero, e per questo è stato disposto il loro allontanamento dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera.
Al corteo di ieri stava per unirsi anche un gruppo di anarchici, tra loro anche gli «inquilini» di alcuni stabili occupati, ma la Digos li ha intercettati e all'arrivo degli agenti si sono dileguati per le strade del Pigneto, un quartiere non lontano da San Giovanni, tappa finale della manifestazione dei lavoratori, dove un centinaio di manifestanti hanno trascorso la notte in tenda in attesa di unirsi anche alle proteste in programma oggi. Proprio da piazza San Giovanni questa mattina partirà il corteo dei No Tav, anche se il movimento non vuole che il corteo venga chiamato così: «A Roma ci saremo anche noi, con le nostre bandiere e la nostra voce, insieme ai rappresentanti di associazioni, comitati e movimenti che in tutta Italia lottano per il riconoscimento di un diritto o per contrastare opere inutili e dannose per l'ambiente». Comunque la capitale è a rischio caos e l'allerta è alto.
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