Fino a ieri erano solo le imprese e i professionisti a sostenere che in Italia, oltre a una pressione fiscale troppo alta, pesa una burocrazia fiscale opprimente. Ieri l'Agenzia delle entrate ha reso noto di avere censito in tutto 108 adempimenti e il direttore Attilio Befera ha chiamato a raccolta le associazioni delle imprese, dei consumatori e i sindacati per chiedere quali di queste sia urgente eliminare. Una lista di 21 pagine è stata inviata alle parti sociali chiedendo di segnalare, entro il 19 ottobre, quali adempimenti siano considerati «ridondanti o superati», ma anche se la lista sia «esaustiva». Possibile quindi che, persino all'Agenzia, sia sfuggita qualche scartoffia minore. Per ogni adempimento le associazioni dovranno segnalare il tempo medio impiegato dagli associati e il costo, con l'obiettivo di arrivare a una short list di adempimenti da cancellare.
L'iniziativa è stata salutata con favore dai commercialisti. Il presidente della categoria, Claudio Siciliotti, apprezza «il cambio di rotta rispetto al passato» e assicura il proprio impegno. «L'ingorgo di adempimenti oggi esistenti - sottolinea - è frutto di una dissennata stratificazione che ha avuto una significativa accelerazione negli anni dal 2006 in avanti».
Novità anche sul fronte del contenzioso tributario.
L'Agenzia delle entrate ha diffuso una circolare che prevede la chiusura delle liti che durano da oltre 10 anni e nelle quali il contribuente ha avuto ragione, anche solo parzialmente, in almeno uno dei due gradi di giudizio precedente. Intanto prosegue l'iter la delega fiscale. Ieri è scaduto il termine per gli emendamenti e sono iniziate le votazioni sul testo alla commissione finanze della Camera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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