Caos Tasi, il governo pensa al rinvio

Comuni in ritardo: Delrio apre a una proroga della tassa sulla casa. Assalto ai Caf, Codacons in rivolta

Caos Tasi, il governo pensa al rinvio

Roma - Sulla Tasi, ormai, è «tutti contro tutti». Ed i contribuenti stanno prendendo d'assalto i Centri d'assistenza fiscale (Caf). Solo quelli della Cisl segnalano 80mila appuntamenti al giorno. Il problema è l'incertezza. Entro il 31 maggio i comuni devono indicare le nuove aliquote dell'imposta che ha sostituito l'Imu. Se non lo fanno si dovrà pagare, sottoforma di acconto, l'aliquota base dell'uno per mille. E si dovrà farlo entro il 16 giugno. Il saldo, poi, il 16 dicembre. Con batoste che possono arrivare anche al 3,3 per mille, a seconda dei comuni.

Ma il caos regna sovrano. «C'è qualche difficoltà per la prima applicazione della Tasi. Bisogna avere pazienza con i sindaci», alcuni dei quali sono alle prese con il rinnovo delle amministrazioni. Graziano Delrio, sottosegretario Pd alla presidenza del Consiglio, prova a stemperare le tensioni. «Sta partendo un nuovo sistema fiscale, è naturale che ci sia qualche incertezza». Ed aggiunge: «in settimana daremo indicazioni sulle scadenze, se ci saranno proroghe o meno». Quindi, ancora non è chiaro se la tassa dovrà o meno essere pagata entro il 16 giugno.

Contro Delrio, ma soprattutto contro il presidente dell'Anci, Piero Fassino (anche lui del Pd), si scatena Francesco Boccia, presidente piddino della commissione Bilancio della Camera. In un tweet Boccia sottolinea che «sono due mesi che chiedo il pagamento della Tasi il 16 settembre». E commenta: «ai nuovi fenomeni della finanza locale consiglio meno chiacchiere e più lavoro».

Purtroppo la vicenda Tasi non è solo una bega interna al Pd. Ma riguarda milioni di cittadini. Secondo l'associazione consumatori Codacons, un contribuente su due non ha ancora capito cos'è la Tasi e quando deve pagarla. «Ad oggi - denuncia Carlo Rienzi, il presidente - non solo la maggioranza dei Comuni, circa 7mila, non ha ancora deciso l'aliquota da imporre, ma addirittura non si conosce la scadenza certa entro cui gli italiani dovranno effettuare il pagamento della prima rata».
Addirittura, aggiunge Rienzi, «potrebbe determinarsi una situazione surreale: i cittadini residenti nei comuni che hanno deliberato le aliquote costretti a pagare subito, quelli che vivono nei comuni ritardatari in altra data, con evidente ingarbugliamento della procedura e disparità di trattamento tra contribuenti». Una situazione che trova conferme nei Caf. «Molte amministrazioni non hanno indicato le aliquote: e se il cittadino volesse pagare non saprebbe come farlo». Critico anche Enrico Zanetti di Scelta civica che, di mestiere, fa il sottosegretario all'Economia. Se la prende con i Comuni (e con il suo presidente, Fassino) troppo lenti - a suo giudizio - nella definizione delle aliquote. Ma nei prossimi due mesi i contribuenti saranno chiamati a 29 scadenze tributarie. Dovranno pagare tasse per complessivi 75 miliardi: 40 a carico delle famiglie, 35 a carico delle imprese. Dalla Tasi (ed Imu) al 730. Dalle trattenute Irpef ai versamenti Iva.

«Sfiancate dalla crisi e sempre più a corto di liquidità - spiega Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre - c'è il pericolo che molte famiglie e altrettante piccole imprese non riescano a superare questo vero e proprio stress test fiscale». Da un'elaborazione su dati della Banca mondiale, la Cgia ha calcolato che per pagare le tasse in Italia sono necessarie 269 ore all'anno, pari a 33 giorni lavorativi. Nell'area dell'euro solo il Portogallo registra una situazione peggiore della nostra.

Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, cavalca il «caos Tasi» per criticare il governo Renzi. «Non puoi dare una cosa per 6 mesi (gli 80 euro) da una parte, e togliere qualcos'altro da un'altra parte per anni». E Luigi Angeletti della Uil sintetizza: «La Tasi è un enorme pasticcio».

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