Arriva il Quirinale, e spazza via una delle condanne inflitte dalla magistratura per il sequestro Abu Omar: è una sola, delle tante condanne inflitte ad agenti segreti italiani e stranieri, e riguarda un militare americano con una posizione marginale del processo. Ma la grazia decisa ieri da Giorgio Napolitano segna ugualmente una novità di grande rilievo nella vicenda iniziata il 17 febbraio 2003 con il prelievo da parte della Cia, a Milano, dell'imam estremista: un caso che da allora ha segnato in profondità i rapporti tra l'intelligence italiana e quella a stelle e strisce, e ha finito con il coinvolgere anche ai piani più alti le relazioni tra Italia e Usa. Oltretutto, la decisione viene annunciata dal Colle nello stesso giorno in cui la Corte d'appello di Milano deposita le motivazioni delle pesanti condanne inflitte a cinque uomini dei «servizi» italiani, con in testa l'ex direttore del Sismi Niccolò Pollari. Una coincidenza che è difficile ritenere casuale, e che autorizza più di una ipotesi su come il capo dello Stato veda la vicenda: di cui, come è noto, aveva parlato con Barack Obama nel corso della sua visita negli Stati Uniti. «È la soluzione di una vicenda delicata», fa sapere il Quirinale.
A venire graziato ieri è il colonnello Joseph Romano III, comandante nel 2003 della base Usa di Aviano, in Friuli, che ospita parte dell'arsenale nucleare americano in Italia. Romano era stato condannato a cinque anni di carcere per concorso in sequestro di persona. Fu nella base di Aviano, secondo l'indagine della Procura milanese, che Abu Omar venne portato a bordo di un furgone dopo essere stato rapito a Milano, in via Guerzoni, dal commando della Cia. Ad Aviano fu caricato su un aereo e portato nella base di Ramstein, in Germania, e da qui fatto proseguire per il Cairo, dove venne consegnato alla polizia di Mubarak. Impossibile, secondo i giudici di Milano, che il passaggio per la base di Aviano avvenisse senza la piena complicità di Romano, il cui cellulare risulta in contatto in quelle ore con le utenze di alcuni agenti Cia.
Romano è stato graziato da Napolitano «dopo aver acquisito la documentazione relativa alla domanda avanzata dal difensore, le osservazioni contrarie del Procuratore generale di Milano e il parere non ostativo del ministro della Giustizia». Di fatto, la decisione del presidente della Repubblica azzera una condanna passata attraverso tre gradi di giudizio. E offre qualche spiraglio anche ai cinque uomini del Sismi che - dopo essere stati prosciolti due volte in nome del segreto di Stato - si sono visti condannare pesantemente per concorso in sequestro di persona. Ieri la Corte d'appello milanese ha depositato le motivazioni della sentenza che ha inflitto dieci anni di carcere a Pollari, nove al suo ex vice Marco Mancini, cinque agli agenti Raffaele Di Troia, Luciano Di Gregori e Giuseppe Ciorra.
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