Caso Kyenge, Calderoli indagato per diffamazione

"Diffamazione aggravata dall’odio razziale": con quest’accusa Roberto Calderoli è formalmente indagato dalla Procura di Bergamo. Kyenge: "Ho accettato le scuse"

Caso Kyenge, Calderoli indagato per diffamazione

Adesso il "caso Kyenge" finisce in tribunale. Il senatore Roberto Calderoli, al centro della polemica per una frase pronunciata sabato sera a Treviglio sul ministro Kyenge, paragonato a un orango, dovrà vedersela coi magistrati. Con l'accusa di "diffamazione aggravata dall'odio razziale" il vicepresidente del Senato è formalmente indagato dalla Procura di Bergamo, dopo un esposto presentato dal Codacons e al quale è stata allegata la registrazione audio del comizio di Treviglio. Il procuratore di Bergamo Francesco Dettori ha affidato il fascicolo ai due sostituti Maria Cristina Rota e Gianluigi Dettori. I magistrati dovranno valutare dal punto di vista giuridico se le parole pronunciate dal senatore leghista siano da considerare diffamatorie e dunque se Calderoli debba essere processato. "Visto che ci sono due denunce presentate contro di me - ha detto Calderoli intercettato dai giornalisti nel salone Garibaldi di palazzo Madama - ritengo sia un atto dovuto".

Sul piano politico si deve registrare la dura reazione del governatore della Lombardia, Roberto Maroni, al presidente del Consiglio Enrico Letta, che aveva definito correo il leader del Carroccio. "Non diciamo stupidaggini. Per me la questione è chiusa. Calderoli si è scusato e Letta farebbe meglio a occuparsi di altre cose" come il caso kazako visto che "la questione riguarda il Senato e non il Governo".

Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, fa sapere che è stata la sua associazione a presentare un esposto alla procura, da cui è partita poi l'iniziativa della procura. Nell’esposto si legge che le dichiarazioni del vicepresidente del Senato "risulterebbero non solo lesive dell’ordine pubblico e della dignità umana, ma anche chiaramente idonee ad istigare l’odio razziale". Rienzi aggiunge poi che si attende "un provvedimento dal Collegio dei Questori del Senato al quale abbiamo formalmente chiesto di sospendere Roberto Calderoli dai suoi incarichi istituzionali".

Bossi su Calderoli

Sulla vicenda Calderoli-Kyenge interviene anche Umberto Bossi. Per il fondatore della Lega "Calderoli ha sbagliato. Però - prosegue - è stato strumentalizzato enormemente, ed ha fatto bene a non dimettersi". Quanto al ministro, il leader storico della Lega osserva: "È una tirata fuori dal nulla. La sinistra ha perso i voti dei lavoratori e cerca di prendersi i voti degli extracomunitari. È il progetto rivelato dal tentativo di dare loro la cittadinanza a tutti i costi. Non a caso - conclude Bossi - Kyenge parla di eliminare la Bossi-Fini, che è l’ultima barriera, pur se debole, per fermare l’immigrazione clandestina. Dall’Africa arriverebbero cento milioni di persone e noi non saremmo in grado di sostenerle perché non
ci sono posti di lavoro".

Kyenge: ho accettato le scuse

"Si deve andare oltre i fatti personali - ha detto il ministro per l’Integrazione al videoforum di Repubblicatv -. In questo momento preferisco non dare giudizi sulle persone. Io vorrei che l’Italia andasse avanti. Quando il ministro Calderoli mi ha chiamato per farmi le sue scuse, io le ho accettate".

Il ministro fa sapere che ha accettato le scuse e i fiori che Calderoli aveva promesso di mandarle: "Sono arrivati e li ho portati alla Madonna del buon consiglio. Sono ministra - ha poi aggiunto Kyenge - richiedo rispetto come istituzione. Qualsiasi tipo di offesa razzista non tocca me, diventa un concetto. Una ferita all’Italia".

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