Roma - A maggio parlava così: «Chi partecipa ai talk show deve sapere che d'ora in poi farà una scelta di campo». A ottobre la prima scomunica: il mezzo televisivo è il luogo della falsità, sfoggio delle vanità, gli ospiti sono muti animali che rispondono a un sadico rituale. Val la pena andare a riprendere quelle dichiarazioni di Beppe Grillo e paragonarle con quanto ha detto ieri: «L'ultima settimana lo devo fare...», ha anticipato il leader del MoVimento 5 Stelle a Ravenna, al termine del suo comizio per le elezioni politiche all'interno dello «tsunami Tour», che ieri ha toccato anche Cesena e Rimini. Lo devo fare significa andare in televisione. Sì, proprio il fustigatore dei salotti e dei partecipanti, l'implacabile capopartito che per la presenza di una sua dirigente, Federica Salsi, a Ballarò, aveva lanciato un'invettiva sul blog, seguita poi da una scomunica vera e propria della ribelle, espulsa di fatto. Grillo ieri ha chiamato la possibile comparsata nel piccolo schermo la «sorpresa» dell'ultima settimana di campagna elettorale. Mistero sul canale: «Non ho ancora deciso dove. Sceglieremo una radio e un programma tv. Mi stanno corteggiando tutti. Sono spazi dovuti». Poi è tornato sull'argomento una seconda volta, a Cesena, precisando che in tv «daremo un colpo di grazia che non ve lo immaginate neanche».
Quando attaccava la grillina da talk show, il comico ironizzava sul brivido da apparizione nel tubo catodico: «Il punto G - scriveva sulla sua pagina del blog quello che ti dà l'orgasmo nei salotti dei talk show. L'atteso quarto d'ora di celebrità di Andy Warhol. A casa gli amici, i parenti applaudono commossi nel condividere l'emozione di un'effimera celebrità, sorridenti, beati della tua giusta e finalmente raggiunta visibilità». E il partecipante al dibattito, in quel caso la consigliera poi cacciata, è un «soggetto, bersaglio consapevole ben pettinato alla bisogna che porge il lato migliore del proprio profilo» alla telecamera. A quel tempo, pochi mesi fa, il periodo delle scomuniche, andare in tv per il comico genovese significava perdere «i voti guadagnati con fatica nei banchetti nei fine settimana volare nel vento, fluire in un secchio bucato, e pensando ai mille video caricati sulla rete, alle dirette streaming tenute in piedi a forza di volontà per mancanza di connessione».
In attesa della sorpresa mediatica, ieri Grillo ha sparato bordate per tutti dai palchi romagnoli. Sul Partito democratico: «Ho letto su Repubblica, che è l'organo ufficiale del Pd, che c'erano miliardi di tangenti a Londra nell'ambito del Monte dei Paschi di Siena. Capisco il comportamento del Pd sullo scudo fiscale». Su Monti: «Monti ha parlato bene di me, io lo denuncio per diffamazione alla rovescia. È incredibile». Su Fini: «Ho ispezionato il tabellone elettorale con tutti i candidati per Camera e Senato - ha scritto sul blog - Una raccolta di figurine doppie, tutte colorate, tutte in fila, mettono allegria tranne quella di Fini che è simile alla pubblicità di un prosciutto scaduto. Ho scoperto, guardandolo con attenzione, che il tabellone è pieno di trucchi per l'elettore». Su Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione Civile: «Cercate alla Camera per le liste di Fini e Ingroia. Cimentatevi con il gioco dei senza faccia, chi sono, dove si nascondono?».
I senza faccia sarebbero quei candidati posti come terzi in lista dietro due nomi forti (Grillo li chiama «il faccione» e il «faccino») che ricorrono in più circoscrizioni: «L'elettore voterà convinto il faccione e il faccino, ma sarà eletto qualcuno che non vuole metterci la faccia: il senza faccia». È il gioco «del superporcellum, un gioco a tavolino».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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