Il Cav rassicura l'ala rosa di Fi: "Stesse chance degli uomini"

Berlusconi risponde alle parlamentari: comprendo la vostra battaglia, da me avrete uguale trattamento dei maschi. E preme per un via libera in tempi rapidi all'Italicum

Il Cav rassicura l'ala rosa di Fi: "Stesse chance degli uomini"

«Capisco... La vostra battaglia sulle quote rosa la comprendo e ammetto pure che è molto popolare...». Berlusconi, al telefono, risponde così al pressing di alcune parlamentari che gli chiedono di dare l'ok alla parità di genere. «Ma mi chiedo: c'è bisogno di metterlo per legge? In fondo io ho sempre dimostrato di avere grande considerazione di voi. E il mio governo è stato il primo ad avere una folta rappresentanza femminile, no?». Il Cavaliere cerca di domare l'ira di qualche deputata, pronta a denunciare la misoginia del partito: «Ma quale machismo? Vi assicuro che avrete le stesse chances dei maschi. Parlerò io con Denis». È Verdini che tratta con Renzi, tramite il ministro Boschi. La trattativa sull'ok alla parità di genere passa da lì e non può essere altrimenti. Nella partita subentrano due considerazioni, strettamente collegate. La prima. Berlusconi vuole fare in fretta perché, dice: «Dobbiamo portare a casa l'Italicum presto, senza snaturarlo troppo». Il dubbio principale che gioca contro il «nulla osta» all'introduzione delle quote rosa è che possa fare da breccia ad altri cambiamenti, specie in materia di soglie di sbarramento e preferenze. «Non possiamo continuare a modificare l'accordo». La seconda considerazione del Cavaliere: si potrebbe dire di sì alla parità di genere ma soltanto se il Pd accetta anche il «salva-Lega». Norma su cui il Carroccio, in chiaro, continua a fare spallucce; ma che Fi vorrebbe introdurre perché farebbe da calamita a una futura alleanza con Salvini. È Verdini che tratta ad oltranza con i democratici. Ma la quadra non si trova per il secco niet del Pd. Il «salva-Lega» viene pertanto accantonato e, a cascata, il governo non prende posizione sulle quote rosa. Se ne occuperà il Parlamento, con la prospettiva di un voto segreto e il niet delle Camere a maggioranza maschile.
Ma non c'è soltanto la legge elettorale nei pensieri di Berlusconi. Anche e soprattutto le materie economiche, con la conseguente valutazione del governo Renzi, sono al vaglio dell'ex premier. Considerazioni poco ottimistiche. Berlusconi è sempre più scettico nei confronti del presidente del Consiglio: «Non avrà vita facile», ripete il Cavaliere che non muta di una virgola la linea: appoggio alle misure che vanno nella direzione giusta e contrasto a quelle che fanno male al Paese. Ma anche evitando un'opposizione stile Vietnam la strada di Renzi è tutta in salita; cosa che non dispiace troppo al Cavaliere, sempre concentrato come se le elezioni fossero tra breve. Di certo non si andrà al voto nel 2018. Ecco perché l'ex premier stringe i bulloni del partito, sentendo qualche coordinatore regionale; e non dimentica i club. L'obiettivo è tagliare il traguardo dei 12mila club per garantire la copertura di tutte le sezioni elettorali ed evitare eventuali brogli. Il fine: scongiurare quanto successo in passato, un furto di voti. Infatti proprio ai club manda una lettera di intenti, non priva di ironia: «Cari amici (non posso più scrivere “Cari colleghi”)», è l'esordio.

«È una follia quella di conquistare la maggioranza assoluta alle prossime elezioni? Davvero una follia? Anche nel '94 nessuno credeva che avremmo portato i moderati al governo in soli due mesi! Ma è successo. Ci vogliamo ripetere».

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