Ma porca la Peppa, vogliamo togliere ai bambini anche quei rari momenti di felicità che esprime un fumetto? Già 'sti poveri cristi, basta gli capiti sotto mano un giornale, un settimanale o restino soli un attimo con la tv accesa, che sono costretti a sorbirsi, ogni giorno, la loro dose di sangue, massacri, stupri e violenze varie su uomini e animali. Che poi, dovremmo anche spiegargli un tantino perché capita e, nel caso mi leggessero, sono volatili per diabetici.
E ora qualcuno vorrebbe anche strappargli dal cuore cinque minuti di felicità perché sullo schermo di casa una paffuta e adorabile maialina rosa, chiamata Peppa, si getta nelle pozzanghere di fango assieme al fratellino George e alla sua variegata combriccola? È quanto chiede l'Aidaa, Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, che si scaglia contro tutti i cartoni animati che vedono protagonisti animali felici.
Peppa Pig è una maialina che, con il suo musino rosato, sbuca ormai da ogni angolo di libreria, edicola, schermo di tv e, tra pochissimi giorni, sbarcherà nelle sale cinematografiche per apparire poi, a febbraio, anche nei teatri. Partita dall'Inghilterra qualche anno fa come serie pre-scolare, il fortunatissimo cartoon della Astley Baker Davies Entertainment esce in tv nel 2011 e diventa, come si dice oggi «virale», tra i bambini. Il successo in patria è tale che, due anni fa, è stato inaugurato nell'Hampshire anche un parco divertimenti tematico, il Peppa Pig World dove si possono incontrare tutti i personaggi del cartone animato e interagire con loro. Il contagio dilaga in Europa e l'Italia non ne rimane immune. Rai Fiction ci crede e, su canali tematici, cominciano ad apparire le brevi ma spassose avventure della famiglia di maialini. È un vero e proprio boom e non solo sullo schermo. Solo a Natale Giunti editore, che ha i diritti italiani dei personaggi inglesi, ha venduto oltre 150 mila copie nel canale delle librerie (escluse quindi edicole, cartolibrerie, supermercati). Complessivamente dall'ingresso di Peppa nel mercato editoriale italiano, avvenuto a maggio 2011, i suoi volumi hanno venduto più di sei milioni e cinquecentomila copie. In quella valle di lacrime che è l'editoria oggi, una sorta di miracolo.
Ebbene, l'Aidaa contesta duramente il modello imposto da questo e altri cartoni, che hanno come protagonisti animali. «Peppa Pig» spiega il presidente dell'Aidaa «e tutti gli altri cartoni animati che fanno vedere gli animali felici distorcono brutalmente la realtà in merito alla sorte reale che tocca quotidianamente a milioni di maiali mucche, oche e anatre e topi e altri animali che sullo schermo appaiono come animali che vivono felicemente, mentre quelli veri, le vere Peppe Pig, sono costrette a vivere in allevamenti intensivi ed uccise in maniera brutale per l'alimentazione umana». Di qui, l'invito ai genitori a spegnere le tv o cambiare canale.
E allora sogno i «miei» adorati Pluto, Paperino e Bunny
E sì che i cani venivano soppressi (e lasciamo perdere il modo) dopo tre giorni di detenzione nel canile, le papere finivano col sugo d'arancia e i conigli alla cacciatora.
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