Cercasi ossigeno: 6 miliardi dalla spending review

Il governo accelera sul riordino degli incentivi alle imprese e dei costi della politica. Dai Prof smentita a Confesercenti: "Mai in discussione le tredicesime degli statali"

Roma - Dal piano Giavazzi e da quello Amato 6,5 miliardi di euro per rinviare di altri sei me­si l’aumento dell’Iva. Non è stata una riunio­ne dell’unità di crisi quella che si è tenuta ieri sera a Palazzo Chigi tra il premier Mario Mon­ti e il ministro dell’Economia Vittorio Grilli; al massimo un mini vertice per mettere a pun­to misure già annuncia­te. Alcuni media ieri ave­vano dato la notizia che la task force economica di Palazzo Chigi, quella che comprende anche il governatore di Banki­talia Ignazio Visco, si sa­rebbe riunita per la pri­ma volta con l’obiettivo di fare il punto sull’emergenza spread.
In realtà il premier, dopo avere visto i lea­der di Pd e Pdl Bersani e Alfano, ha fatto il pun­to insieme al responsabile di via XX settem­bre (i ministri Corrado Passera e Filippo Pa­troni Griffi erano entrambi impegnati in Par­lamento) sulla terza fase della spending re­view. Cioè il piano Giavazzi sul riordino degli incentivi alle imprese e quello Amato sui co­sti della politica e del sindacato.
L’intenzione del governo è farli approvare entro la prima settimana di agosto,al massi­mo all’inizio della seconda. I risparmi ottenu­ti dai due piani, tra 6 e 6,5 miliardi secondo i calcoli della Regioneria, dovrebbero andare a scongiurare per altri sei mesi, dal luglio 2013 al gennaio 2014,l’aumento di due punti dell’Iva (a legislazione vigente l’aliquota or­dinaria
dovrebbe passare dal 21% al 23%). L’onere di rinviarlo ulteriormente è quindi al prossimo governo che, sempre secondo le previsioni del ministero dell’Economia, sa­rebbe facilitato dalla ripresa che si farà senti­re a partire dal 2014. Nessun accenno a un’eventuale mano­vra, anche se nessuno. Nemmeno il premier Monti la può escludere del tutto, tanto che ie­ri il deputato Pd Franceso Boccia ha presenta­to un’interrogazione su una possibile onda­ta speculativa in estate.
Per agosto non è stata nemmeno allertata la Ragioneria generale dello Stato. A preoccu­pare il premier, per il momento, sono le indi­screzioni come quella di Confesercenti su un blocco, totale o parziale delle tredicesime, che ieri il governo ha smentito con una nota nella quale si punta l’indice contro«l’allarmi­smo sociale »che«rischia di causare un dupli­ce danno: sia per l’organizzazione che ha dif­fuso questa ipotesi, in quanto si rischierebbe un possibile blocco dei consumi; sia per la te­nuta dell’economia». In sostanza, se il bloc­co temporaneo faceva parte del menu di mi­sure a disposizione dei ministri, adesso è scomparso. Anche perché, facevano notare ieri fonti governative, a dicembre ci sarà an­che la seconda rata dell’Imu e sottrarre soldi ai contribuenti, sembrerebbe quasi un invi­tarli a non pagare l’imposta. Intanto ieri la Ca­mera ha approvato il decreto sviluppo che ora passa al Senato. Il governo è andato sotto su un ordine del giorno del Pdl sul processo civile di appello nel quale si denuncia«l’am­pia discrezionalità affidata al giudice» sulle impugnazioni nella norma varata dal gover­no. Sul fronte della spending review,si com­plica la partita dell’accorpamento delle Pro­vince. La maggioranza ha fatto pressioni per evitare l’unione di quelle nelle Regioni dove ce ne sono solo due.

Dietrofront anche sugli aggravi per farmacie e aziende farmaceuti­che: salta l’aumento dello sconto a favore del Servizio sanitario e l’aumento della quota delle aziende per le regioni.

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