Ciocchetti boccia Letta: "È arrivato il momento che vada a casa"

Ciocchetti denuncia il boom della disoccupazione giovanile: "Rischiamo di non dare un futuro ai nostri giovani". E condanna le nuove tasse sulla casa

Luciano Ciocchetti, come giudica l’operato del Governo Letta?
"Credo che l’attuale Governo abbia preso in giro gli italiani e sia arrivato il momento che vada a casa. Sono molti gli esempi che si potrebbero fare in merito. Primo fra tutti il problema dell’aumento del tasso di disoccupazione giovanile: infatti, nonostante i trionfalismi di Enrico Letta circa l’ottenimento di 1,5 miliardi dall’Ue per affrontare il tema occupazionale in Italia, l’Istat ci dice che il tasso di disoccupazione giovanile è cresciuto ancora toccando il 41,6%, mentre il dato medio dell’Unione Europea si aggira intorno al 23,6%. Si tratta di un tasso al top dal 1977. È un problema che va affrontato e risolto subito altrimenti rischiamo di non dare un futuro ai nostri giovani e quindi all’intero Paese ma il Governo sembra non accorgersene. Oppure ancora il problema della tassazione selvaggia che sta piegando l’economia italiana e i cittadini: la tassa Iuc e Tasi, sulla prima e seconda casa, sono tasse folli che pesano sulla gente più dell’Imu. Altro che riduzione delle tasse; la pressione fiscale non fa altro che aumentare. Con queste tasse il Governo ha superato ogni limite di decenza."

Quali sono le sue proposte per rilanciare l’economia e l’occupazione?
"Per rilanciare l’occupazione e fronteggiare il dato allarmante sulla disoccupazione giovanile l’Italia deve ridare ‘ossigeno’ all’economia, alle imprese, ai commercianti, agli artigiani e alle famiglie. È indispensabile costringere le banche a sostenere le attività economiche e produttive nonché semplificare la vita delle imprese e dei cittadini, semplificando davvero il lavoro, in entrata e in uscita, e snellendo la burocrazia che soffoca tutto e tutti. Bisogna introdurre meccanismi di autocertificazione, sportelli unici, un unico responsabile dei procedimenti amministrativi. Semplificare è fondamentale per consentire di creare lavoro e investimenti. E’ necessario altresì ridurre la folle pressione fiscale sul lavoro e sulle famiglie che esiste in questo Paese, eliminando i mille balzelli centrali e locali che hanno trasformato i cittadini e le imprese in sudditi. E’ necessario altresì cambiare il rapporto che l’Italia ha con l’Europa. I Trattati approvati dal 1998 in poi infatti sono stati avversi all’Italia ed al suo sviluppo. Hanno affossato le imprese, i lavoratori e le famiglie. Occorre ricontrattarli tutti e definire regole nuove che diano opportunità di sviluppo e non solamente rigore."

Ci vuole parlare del progetto di "Officina per l’Italia"?
"Il nuovo soggetto politico di centrodestra che stiamo costruendo insieme a Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia mira a diventare un partito fondato sulla sinergia tra i giovani e le persone che hanno esperienza nella vita politica ed economica del Paese. Vogliamo dare vita ad un partito democratico che si basi sulla partecipazione di nuova classe dirigente, non come nel Nuovo CentroDestra di Alfano, dove sono presenti tanti generali e poche truppe. Noi vogliamo un partito che parta dal basso e per questo motivo tra gennaio e febbraio svolgeremo le nostre primarie per scegliere il nuovo simbolo ed i rappresentanti. Vogliamo valorizzare la nuova classe dirigente e creare un partito che non sia legato ad una sola persona, come è avvenuto nel Pdl di Berlusconi, nell’Udc di Casini e come credo avverrà anche nel Pd di Renzi, che ha già dato dimostrazione di voler accentrare il partito nella sua persona.

Noi invece vogliamo creare un partito dove i ruoli non si ottengano grazie ad un rapporto di fiducia con il ‘capo’ ma tramite il voto dei cittadini ed ecco perché auspichiamo nella modifica immediata della legge elettorale."

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