Il Colle smentisce pressioni sulla Corte dei conti

Il Colle smentisce pressioni sulla Corte dei conti

RomaI conti non tornano in quel di Bolzano. I giudici indagano. I politici entrano in agitazione e arrivano le pressioni romane per calmare le acque. Per facilitare, insomma, il sonno degli stessi amministratori locali che i pignoli togati della Corte dei Conti regionale vorrebbero passare sotto torchio. Questa, almeno, la ricostruzione del Fatto quotidiano.
Una ricostruzione che parte dalle lettere di sfogo che Roberto Schulmers, procuratore regionale della Corte dei Conti in Trentino Alto Adige, ha mandato a Salvatore Nottola, procuratore generale della stessa Corte. Secondo Schulmers, ci sarebbero state pressioni sul suo lavoro che in questo momento riguarda il modo in cui Luis Durnwalder ha speso i fondi della Provincia autonoma. Tanto che è stato formalmente accusato di danno erariale per oltre un milione di euro.
Secondo quanto riportato da queste lettere, a monte delle pressioni «romane» ci sarebbe addirittura un interessamento del Quirinale, che avrebbe chiesto «lumi» su tutta la vicenda. Ieri, però, è arrivata dal Colle la smentita. «Alcuni organi di stampa - spiega il comunicato del Quirinale - hanno pubblicato notizie a proposito di uno scambio di lettere tra magistrati contabili circa un presunto “interessamento” della Presidenza della Repubblica su procedimenti promossi dalla Procura regionale nei confronti dei vertici della Provincia di Bolzano. Si tratta con tutta evidenza di relazioni e di questioni interne alla magistratura contabile, che dovranno trovare nella medesima sede le necessarie spiegazioni e soluzioni».
Non corrisponde al vero, quindi, secondo lo staff di Napolitano la notizia che vede la stessa presidenza della Repubblica «interessata a inchieste sull'uso di fondi riservati della Provincia».
Su alcuni organi di stampa sarebbe poi uscita anche la ricostruzione di un'udienza, chiesta e ottenuta da Durnwalder presso Napolitano per perorare la propria causa. Anche qui arriva la smentita sia del diretto interessato che del Colle.

«Non ho mai fatto pressioni a Roma riguardo alla Corte dei Conti - spiega Durnwalder - ho voluto solo informare il Quirinale su due questioni all'epoca importanti in relazione al funzionamento dell'Amministrazione pubblica. L'incontro del giugno scorso al Quirinale non poteva certo avere a che fare con le indagini sul fondo riservato, avviate solo nell'autunno successivo».

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