RomaTartassati. Con l'aumento dell'Iva di un punto previsto per il primo luglio, al quale potrebbe aggiungersi la Tares in dicembre (non dimenticando l'Imu che resta dalla seconda casa in poi) le famiglie italiane rischiano il colpo di grazia. Una legnata da 734 euro per ciascun nucleo secondo i calcoli di Federconsumatori. I primi a lanciare l'allarme al governo sono i responsabili di Confcommercio. Se l'aumento dell'Iva di un punto, dal 21 al 22 per cento, non verrà annullato o perlomeno se non lo si farà slittare le famiglie già oppresse dalla crisi subiranno già soltanto con quello una stangata da 135 euro all'anno. Non solo. Il bollettino nero delle piccole imprese potrebbe sprofondare segnando un meno 26.000 entro la fine del 2013. «E se dovesse scattare l'aumento dell'Iva - dice Mariano Bella dell'Ufficio Studi di Confcommercio - questa cifra potrebbe peggiorare ulteriormente». I rincari colpiranno tutti i principali beni di consumo. Gli alcolici come vino e birra tra le bevande e poi tutto il settore alimentare. Nel pacchetto aumenti entrano i carburanti, le riparazioni auto, il settore dell'abbigliamento, le calzature, i mobili, gli elettrodomestici, i giocattoli ed i computer. Nel 2013 gli aggravi fiscali sulle tasche degli italiani saliranno a oltre 2,1 miliardi di euro, per raddoppiare a 4,2 miliardi di euro nel 2014, con l'aliquota Iva che riguarda il 70 per cento dei consumi totali. Ma il dato più preoccupante è quello delle imprese che potrebbero scomparire, una previsione di Confcommercio del saldo natalità-mortalità alla luce del possibile nuovo scatto dell'imposta sui consumi. Per Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre il rincaro va fermato. «Bisogna assolutamente scongiurare questo aumento. - afferma Bortolussi - Se il Governo Letta non lo farà, corriamo il serio pericolo di far crollare definitivamente i consumi che sono ridotti al lumicino con gravi ripercussioni economiche sulle famiglie e anche su artigiani e commercianti che vivono quasi esclusivamente della domanda interna».
Le associazioni dei consumatori prevedono per le famiglie italiane salassi ancora più pesanti. Con il solo aumento dell'Iva, dicono Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori, la ricaduta negativa ammonterebbe a 207 euro annui per un nucleo di 3 persone. «Non si è ancora capito che il potere di acquisto delle famiglie, oramai ridotto ai minimi storici sta determinando un mercato in continua contrazione e recessione - denunciano Lannutti e Trefiletti - con gravi ripercussioni sia sul benessere delle famiglie stesse sia sulle imprese».
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