Politica

Il condonato, il bugiardo, il furbetto e il mitomane

Grillo fa il moralizzatore, ma ha sanato i suoi guai. Monti tira in ballo la Merkel, ma viene smentito. Bersani parla di code per l'Imu, ma è una bufala. E Giannino millanta titoli e dimissioni, ma è tutto falso. Occhio al voto

Il condonato, il bugiardo, il furbetto e il mitomane

Occhio che ci fregano. Libero ognuno di votare chi vuole, ma forse, a 48 ore dalle elezioni, è meglio fare mente locale, prima che sia troppo tardi. E non mi riferisco all'ovvio, cioè che da una parte, quella del centrodestra, si impegnano ad abbassare da subito la pressione fiscale e a ripristinare sovranità nazionale e Stato di diritto mentre dalle altre assicurano nuove tasse, Europa-dipendenza e Stato di polizia. No, mi riferisco ai venditori di balle che ci stanno prendendo per i fondelli. Breve riepilogo del nuovo che avanza. Beppe Grillo dice: l'epoca dei ladri e dei furbi è finita, i condoni sono come le tangenti. Ma tace sul fatto che lui di condoni ne ha fatti due tombali e uno edilizio. Oscar Giannino: basta con i mitomani che non mantengono le promesse. Detto da uno che si è inventato una vita pubblica e privata, come ormai noto e accertato, completamente falsa, sappiamo che cosa dobbiamo aspettarci. Mario Monti: la Merkel mi ha detto che vuole che vinca io. Ma la Cancelliera lo smentisce e smaschera l'ultima di una lunga serie di bugie (non mi candiderò mai, se si tocca l'Imu si muore, ecc...) e costringe il premier all'ennesima retromarcia con la coda tra le gambe. Pier Luigi Bersani: la lettera con cui Berlusconi si impegna a restituire l'Imu è una truffa. Truffaldina è invece la notizia, falsa, che lui spaccia per vera (confezionata da un sindacalista di Genova) su vecchiette in coda fuori dagli uffici postali che pretendono da subito il maltolto. Ma c'è di più. Come vedete qui a fianco c'è un altro furbetto che si candida a governarci. È Nichi Vendola, fotografato al tavolo in compagnia di amici del cuore, tra i quale anche il magistrato che lo ha assolto in un processo molto delicato. Ricordate? Era in prima fila a puntare il dito contro Roberto Formigoni finito sotto accusa per frequentazioni private incompatibili con l'indipendenza del ruolo pubblico. Chissà chi ha pagato il conto del pranzo di Vendola, ma sappiamo: quando ci sono di mezzo comunisti e magistrati nessuno fa domande né tantomeno apre inchieste.
Un condonato che odia i condoni, un mitomane che promette trasparenza e verità, un bugiardo patentato, uno «spacciatore» di notizie false e un amico intimo di un magistrato che lo giudica, vorrebbero il nostro voto per cambiare, magari tutti e quattro insieme, il Paese in meglio. Sai che affare. Forse questi quattro mascalzoncelli pensano che noi liberali siamo un branco di fessi che si fanno incantare in campagna elettorale sapendo che saranno poi presi a bastonate per cinque anni. Siamo in tempo a dire no.

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di Alessandro Sallusti

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