
- Pure Mattarella prova a far ragionare la Flotilla. E adesso allora chiedo al Pd: non sarà il caso di far tornare a casetta i suoi parlamentari? O per la prima volta nella vita dei dem disobbediranno ad una indicazione di sua Santità Re Giorgio II (come i mandati)?
- Trovo sconcertante il racconto fatto dal Manifesto sulla discussione interna alla Flotilla di ieri quando, arrivata la proposta di mediazione dall’Italia, alla fine i resistenti Pro Pal hanno scelto di rifiutarla e di tirare dritto verso Gaza. Scrive il collega a bordo: “L’obiettivo della missione strombazzato da settimane ai quattro venti – aprire un corridoio umanitario indipendente verso Gaza – Celesti giura di averlo scoperto soltanto questo giovedì mattina: «Non mi era mai stato comunicato, io ero qui per farmi arrestare da Israele in acque internazionali». Provare ad arrivare a Gaza, assicura, «significherebbe passare dalla parte dell’illegalità»”. Qui le ipotesi sono due: se hanno tenuto nascosto ai militanti il vero obiettivo (forzare il blocco e aprire un impossibile corridoio umanitario indipendente) è grave; se invece hanno permesso di partire a gente che non è riuscita a capire qual era il vero scopo (non consegnare quattro pacchi di cibo…) allora è grave lo stesso, perché dimostra irresponsabilità.
- Signori: forzare un blocco militare è una roba enorme. Se ci scappa il morto poi non vi lamentate.
- Mi sembra che la politica stia tirando i remi in barca sulla Flotilla. Hanno capito che dei militanti duri e puri non ci si può fidare. Forse Pd e M5S pensavano che tutto si sarebbe risolto in una sorta di manifestazione Pro Pal in alto mare, poi tutti a casa. Invece le cose stanno cambiando. E gli appelli di Meloni, Crosetto e soprattutto Mattarella sono lì a dimostrarlo. Nessuno scherzo. Infatti prima il Pd ha invitato la Flotilla a cercare una mediazione e a limitarsi a far consegnare ad altri i viveri. Poi Giuseppe Conte ha fatto lo stesso, invitando a fare un “supplemento di riflessione”. Gaetano Manfredi ha invitato tutti a evitare che “la missione si trasformi in conflitto”. Infine alcuni stanno hanno scelto di fermarsi e di non proseguire il viaggio, scendendo dalle imbarcazioni. Domanda, domandina: ma non era meglio fermarli prima, o evitare di appoggiarli?
- Piano piano poi le cose vengono a galla. Mentre i giornalisti-attivisti ci raccontavano di una grande missione per portare sostegno alla popolazione civile, oggi Simona Moscarelli del Global Sumud Flotilla incontrando i delegati della Cgil a Roma, ha confessato la seguente cosa, che io ritengo croccante: “È vero che stiamo portando degli aiuti umanitari a Gaza ma non è l'obiettivo principale della nostra missione.
Il nostro è un atto politico, noi vogliamo creare un corridoio umanitario stabile, rompere il blocco navale degli israeliani e vogliamo che questo genocidio cessi il prima possibile”. “Non è il nostro obiettivo principale”, capito? E seriamente un gruppo di navi civili pensa di poter rompere un blocco navale militare? Dove vivono questi, sulla luna?