Pubblichiamo la lettera della relatrice Onu Francesca Albanese in riposta alle nostre inchieste dei giorni scorsi
L'articolo de Il Giornale apparso il 5 dicembre in prima pagina rilancia una bufala, diffusa dall'organizzazione UN Watch tre anni fa, secondo la quale nel 2022 avrei detto in una conferenza pubblica "ai leader di Hamas" che avevano il diritto di resistere. Falso. La conferenza in oggetto era organizzata da una ONG palestinese a Gaza (Council of Foreign Relations) con tanto di logo dell'Autorità Palestinese nell'intestazione del programma. Alle precedenti edizioni di tale convegno aveva allo stesso modo partecipato il Relatore ONU mio predecessore e, anche per questo, ebbi il supporto delle Nazioni Unite.
Scendendo al contenuto del mio intervento non ho mai detto "sì, avete il diritto di resistere" ad Hamas in quanto mai ho avuto alcuna interazione diretta con Hamas e i suoi dirigenti, che non ho mai incontrato. Collegandomi da remoto io, così come gli altri ospiti internazionali, non avevo alcuna idea o controllo su chi fosse presente in sala.
Rispondendo ad una domanda dal pubblico sulla resistenza, dopo aver presentato il mio primo rapporto sull'autodeterminazione del popolo palestinese in cui trattavo l'argomento, dissi (e l'ho ripetuto per tre anni): il diritto internazionale riconosce il diritto alla resistenza al popolo palestinese, così come a qualsiasi altro popolo sotto oppressione e controllo straniero. Al tempo stesso, ho aggiunto, non si è più negli anni '70 quando, al tempo della decolonizzazione, la resistenza veniva esaltata (basti vedere l'articolo 7 della Costituzione portoghese per capire di cosa parlo), oggi siamo nell'era del post 11 settembre e la resistenza viene spesso e volentieri stigmatizzata e assimilata al terrorismo. In ogni caso - ho poi ricordato in quell'occasione, come faccio sempre - la resistenza è legittima fino a che si concentra su obiettivi militari, e non civili. Toccare i civili è un crimine, sempre, che a commetterlo siano gli Israeliani o i palestinesi. Ecco cosa ho detto.
Già nel 2023, l'Onu, come da sua procedura, esaminò la vicenda sulla base di quanto segnalato dall'organizzazione UN Watch, riconoscendo la mia correttezza e quindi chiudendo il caso. Anche giornalisti israeliani ebbero modo all'epoca di verificare la vicenda, conclusa senza esiti a mio carico.
Il vostro giornale però, non considerando questo fatto, intende evidentemente continuare il killeraggio nei miei confronti e dipingermi come una facinorosa e un'estremista, magari legata ad Hamas. Ancora una volta devo concludere che, quanto sono apprezzabili e preziosi il giornalismo e la libertà di stampa, altrettanto sono da respingere le pretestuose diffamazioni.Francesca Albanese