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Conte usò la pandemia per biechi fini politici

L'ex capo di gabinetto di Speranza Zaccari conferma in commissione Covid le chat intercettate dalla Procura di Bergamo: "La pandemia allunga la vita al governo"

Conte usò la pandemia per biechi fini politici
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«Il Covid serviva a Giuseppe Conte per “biechi obiettivi politici”». È questa la sintesi dell’audizione di oggi in commissione Covid di Goffredo Zaccardi, ex capo di Gabinetto del ministro della Salute Roberto Speranza, da cui è emerso con chiarezza che il Cts era di fatto «commissariato» dalla politica e dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri e che il rapporto Oms di Francesco Zambon, sparito 24 ore dopo la sua pubblicazione, «era un elogio a Speranza» e non c’era motivo di dire a nessuno, neanche all’ex Dg della Prevenzione Ranieri Guerra, allora numero due dell’Oms, di farlo cadere nel nulla.

«Da Zaccardi parole gravissime, considerato anche il suo ruolo apicale, che dimostrano come l’emergenza sia stata utilizzata a scopi politici e rimarcano l’importanza della istituzione della commissione Covid. Gli italiani hanno diritto di sapere la verità», dice a margine dell’audizione la capogruppo Fdi in commissione Covid Alice Buonguerrieri. Ma ci sono molte cose che non tornano, come ad esempio il ruolo di Regione Lombardia nella chiusura della Zona rossa. Secondo Zaccardi è colpa del governatore Attilio Fontana e dei sindaci di di Alzano e Nembro «non aver adottato un’ordinanza urgente per imporre il lockdown», ma questo passaggio è smentito da numerose altre audizioni e anche dalle chat in possesso della Procura di Bergamo, dalle quali emerge - per esempio - che il sindaco che il sindaco Giorgio Gori avesse espressamente chiesto a Fontana di intercedere affinché Conte intervenisse con misure più drastiche, come confermano anche le cronache del tempo. «La potestà legislativa delle Regioni era palesemente in contrasto sia con la normativa d’emergenza di cui lo stesso governo si era dotato, sia con le funzioni ordinarie. La mia solidarietà ai familiari delle vittime del Covid, in particolare a quelli della Bergamasca, che hanno dovuto assistere a questo tentativo maldestro di scaricare responsabilità che erano proprie del governo nazionale», sottolinea Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori Fdi e componente della commissione Covid.

È nelle stesse chat recuperate dalla Procura allora guidata da Antonio Chiappani (anch’egli audito in commissione) che la ricostruzione di Zaccardi di quei giorni trova conferme. Nel dossier Gdf che il Giornale ha consultato, Zaccardi parla con Luca Monteferrante, scelto da Speranza nel 2019 come capo dell’ufficio legislativo del ministero della Salute: «Conte vuole arrivare a fine anno con dichiarazioni e Dpcm per colpire Matteo Salvini, non altro. Stanno ingigantendo o almeno sfruttando la cosa per biechi motivi politici». Zaccardi ce l’ha con il Piano pandemico non aggiornato e torna a dare la colpa a Guerra, «salvando» i suoi successori Claudio D’Amario e Francesco Paolo Maraglino che avevano iniziato un percorso di revisione. «Una buona prevenzione per i più deboli ed un rafforzamento delle strutture avrebbero evitato al Paese un disastro di cui non capiscono la portata. Ribadisco, credo che la spinta venga da ragioni politiche più che sanitarie».

«Nel marzo 2020 il governo Conte II chiuse gli italiani in casa. Ebbene, proprio in quei giorni drammatici, il capo di gabinetto del ministro della Salute affermava in una chat che l’Esecutivo secondo lui cavalcasse la pandemia e ingigantisse il Covid per raggiungere obiettivi di natura politica e non sanitaria», sottolinea la Buonguerrieri, ricordando che «convocato in audizione, Zaccardi ha confermato le suddette dichiarazioni».

Ecco perché ci fu «un caos giuridico e decisionale nelle prime

fasi della pandemia», sottolinea ancora la Zedda, contestando «l’ardita e improvvida ricostruzione, funzionale ad una difesa partigiana delle condotta del governo volta a scaricare totalmente le responsabilità sulle Regioni»

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