Ironizza sui leader del Campo largo: “Spero che l’opposizione sia a lungo rappresentata da Schlein e da Conte“. Poi passa al tema della giustizia, oggi forse nelle retrovie, fra guerre e crisi internazionali. Ma presto, assicura Matteo Salvini, a Milano alla presentazione del libro del ministro Giuseppe Valditara, "La rivoluzione del buon senso", i giudici torneranno in prima pagina. “A primavera 2026 ci sarà un referendum che può confermare o bocciare una delle riforme più importanti degli ultimi trent’anni e che questa maggioranza sta portando avanti, quella della giustizia”.
Giovedì, al Senato, è atteso il quarto passaggio, l’ultimo dell’iter costituzionale, poi la separazione delle carriere sarà legge. E a questo punto si andrà, in mancanza di una irraggiungibile maggioranza dei due terzi al momento dell’approvazione, al referendum. È facile immaginare quel che succederà. “Sarà - spiega il vicepremier - una battaglia che la sinistra e certe caste combatteranno come la battaglia della vita, perché se togli la giustizia dalle mani della politica e delle correnti, riporti la serietà in quelle aule”. Ma il risultato della consultazione non è scontato. Vince chi prenderà un voto in più e la partita si annuncia a tutto campo.
“Sicuramente - spiega Salvini - la sinistra schiererà rapper, influencer, registi, Landini e la Albanese. L’Anm - aggiunge il segretario della Lega - sembra una corrente di sinistra della Cgil”.
Valditara parla delle necessità di tornare, a scuola come nella società, ad una normalità che si è perduta. Un’ordinarietà che si declina insieme a concetti come autorità e responsabilità. “ Il libro racconta quel che sto facendo: la centralità per esempio della storia europea, partendo dalla civiltà greca, e pazienza se dedicheremo meno pagine ai popoli extraeuropei o ai dinosauri.” Ma tutta la società sembra, secondo i due oratori, moderati da Giovanni Sallusti, in preda ad una deriva woke che finisce col capovolgere il valore delle cose e le proporzioni fra i fatti.
“Mercoledì - osserva Salvini - un’opera da 13, 5 miliardi come il Ponte sullo Stretto va davanti alla Corte dei Conti, Sarà un passaggio decisivo prima di aprire i cantieri. Ma intanto sembra latitare quel buonsenso che Valditara reclama. E pone al centro del suo programma e del suo saggio. “Mi hanno fatto notare - conclude Salvini - che il Ponte potrebbe compromettere le facoltà riproduttive di alcuni pesci. Io non capivo, perché è un ponte a campata unica. Ma poi ho chiesto e ho capito: È l’ombra, l’ombra dell’impalcato che potrebbe interferire. Capite? Provate a spiegarlo all’estero questo concetto.
E provate a raccontare che ho subito un processo per sequestro di persona per aver fatto rispettare i confini”.A proposito, dopo l’assoluzione in primo grado, la querelle non è ancora finita. L’11 dicembre comincia a Palermo il processo d’appello.