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Cresce il partito anti Imu: ora Monti è assediato Calcola qui la tua rata

Dalla Santanché ai dissidenti pd, ma anche leghisti, dipietristi e grillini: sempre più trasversale il fronte contro la tassa. Non solo la politica: in campo pure Anci e Confedilizia

Cresce il partito anti Imu:  ora Monti è assediato Calcola qui la tua rata

Roma - Cresce il partito anti Imu. A ridosso della scadenza della prima rata sugli immobili (18 giugno - Calcola qui la tua rata), aumentano i malpancisti sulla tassa più odiata dagli italiani. I supporters del «giù le mani dal mattone» sono trasversali: ci sono quasi tutti i pidiellini, molti piddini, tutti i leghisti, i dipietristi, i grillini. Ma storcono il naso anche gli esperti di settore, Confedilizia, la Cgia di Mestre, i Tea Party che il 16 giugno organizzeranno a Venezia un «no Imu day» e, the last but not the least, tutti i Comuni, piccoli e grandi. Le critiche hanno tonalità differenti: si va dal baritono al soprano, passando per il tenore; ma quasi tutti le cantano a Monti. Una delle voci più forti è quella dell’ex sottosegretario Daniela Santanchè, capofila della battaglia «non paghiamo l’Imu». La sua proposta: «Siccome la tassa è dannosa, iniqua, ingiusta, depressiva e di dubbia costituzionalità, i cittadini non la paghino: si avvalgano del cosiddetto ravvedimento operoso». Si tratta di non pagare la prima rata, andando incontro al rischio di una multa ma solo del 3,75 per cento. La speranza è che, tra un anno, il governo (questo o un altro?) cancelli l’odiato balzello.

Più cauto un altro pidiellino: «Non dobbiamo aizzare le piazze - scuote la testa Osvaldo Napoli - anche se la tassa è iniqua, ingiusta, sperequata e vessatoria». La linea ufficiale del partito, infatti, è quella di Alfano: lavorare ai fianchi del governo per obbligarlo a tramutare l’imposta come una tantum o, se si riesce, a toglierla del tutto sulla prima casa. Certo, mancano i soldi. Ma per reperire risorse si cercherà di convincere l’esecutivo a lavorare meglio sul fronte del taglio delle spese. Tutti i berluscones, in ogni caso, detestano la tassa che, abolita, fu il fiore all’occhiello del governo di centrodestra.
Ma gli attacchi sono bipartisan. L’Italia dei valori si sovrappone alla Santanchè chiedendo di «non pagare il balzello e per recuperare i 21 miliardi di gettito previsto basterebbe prendere il machete sui costi della politica». Pure il comico stellato ce l’ha con l’Imu: «È incostituzionale - sentenzia Beppe Grillo - così come lo era la vecchia Ici. L’articolo 53 dice che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” mentre l’Imu non tiene conto del proprietario». Ma pure il Pd arriccia il naso: «L’Imu va ricongegnata su tre gambe - sostiene Bersani -: ridurre l’impatto affiancando un’imposta personale sui grandi patrimoni immobiliari; legare l’imposizione ai valori di mercato perché per una riforma del catasto ci vogliono anni; assegnare l’insieme dell’Imu ai Comuni riducendo i trasferimenti statali». Anche per la Lega la tassa sul mattone è fumo negli occhi e incita alla rivolta fiscale. «È una vera pazzia, una sberla per le famiglie più povere», lamenta Roberto Cota.

A censurare Monti, sul tema, non ci sono soltanto i partiti. Indirettamente pure il governatore della Banca d’Italia era andato giù duro: «Per ritrovare la crescita dell’economia italiana, che è l’obiettivo principale, bisognerà trovare il modo di ridurre la pressione fiscale», aveva ammonito Ignazio Visco. E che dire del presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani secondo cui «non servono né recriminazioni, né pentimenti, né promesse di non applicarla. Serve una cosa sola, che si faccia marcia indietro correggendola, così che non entri in vigore».
E poi l’Anci che lamenta: «Più del 50% dell’Imu se lo prende lo Stato; se si fa un saldo tra i tagli dei trasferimenti ai Comuni e l’Imu, il saldo è negativo.

Non avremo soldi e non potendo sforare il patto di stabilità interno, siamo rovinati».

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