RomaLItalia è messa meglio di quanto gli italiani pensino. Servono misure, non tanto sui conti, visto che su quel fronte siamo stati promossi e il nostro bilancio «è in assoluta sicurezza», quanto sulla crescita. Giulio Tremonti rompe il silenzio americano per parlare di crisi mondiale (lepicentro è lEuropa), delle soluzioni (basta con le misure ordinarie, servono piani straordinari), ma anche di affari domestici. Niente politica a Washington, dove si trova da tre giorni per seguire il Fondo monetario internazionale e il G20. La missione, iniziata nel giorno del voto sullautorizzazione a procedere per il suo ex collaboratore Marco Milanese e del consiglio dei ministri con le nuove stime sul Pil, ha suscitato malumori nella maggioranza e nel Pdl ed è stata loccasione per scatenare il fronte, sempre più ampio, di chi chiede scelte più collegiali e vorrebbe che il titolare di via XX settembre si limitasse alle funzioni che un tempo erano del Tesoro. «Allestero - si è limitato a dire - parlo solo di questioni internazionali». Ma quel poco che Tremonti ha detto sullItalia, basta per capire che ha intenzione di rimanere al suo posto. Nellaffrontare la crisi «abbiamo fatto di necessità virtù». E, ha spiegato tabelle alla mano, abbiamo uno degli avanzi primari più solidi del mondo. «In sé il bilancio pubblico italiano è in assoluta sicurezza. La casa è in ordine e anche senza crescita o con crescita limitata, si può garantire la tenuta della casa». False le voci della richiesta alla Cina di comprare titoli del debito italiano. «Nessuna aiuto o acquisto». Il rigore nei conti cè e lo riconoscono anche le istituzioni internazionali. «Siamo messi molto meglio di quanto si possa immaginare, i nostri conti sono valutati positivamente. Abbiamo fatto molto più di altri ora dobbiamo fare di meno. Ma bisogna fare di più per la crescita, attraverso unazione collettiva». Difficile che questo ultimo riferimento sia alla cabina di regia del quale ieri si parlava in Italia, cioè a un organismo che garantisca più collegialità. Probabile invece che sia al coinvolgimento delle imprese e dei sindacati.
Anche ieri, in Italia, si facevano ipotesi sul decreto per la crescita. E i riflettori sono tornati sul rilancio delle opere pubbliche e delle infrastrutture, come volano per lo sviluppo. Le ipotesi alle quali i tecnici dellEconomia stanno lavorando riguardano sempre la semplificazione delle procedure e incentivi fiscali per rilanciare gli investimenti. Si agirebbe su Irap (per aiutare lavvio di unopera che ancora non da frutti) e poi sullIres. Il tutto per favorire la collaborazione pubblico-privato con una legge già denominata «Tremonti-infrastrutture», che potrebbe vedere presto la luce, sempre che dal governo non arrivi uno stop. Sullo sviluppo, il ministro è pronto a ricucire con gli altri.
Lo sforzo per la crescita non è una sfida solo per lItalia. «La crisi continua e in questo caso - è la tesi del ministro dellEconomia italiano - ha come epicentro lEuropa.
LA CRISI DEI MERCATI
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