La recessione si fa sentire e non si vede ancora la fine del tunnel. Per tornare a crescere cosa serve? Il capo del governo Mario Monti, che ha parlato a un convegno con il premio Nobel Joseph Stiglitz, dice che "non basterà poco tempo, per quanto possano essere brillanti i governi che succederanno perché la nostra scarsa crescita deriva da peculiarità culturali del nostro Paese". Ma innanzitutto, prosegue il premier, "è importante convincerci che l’insufficiente crescita dell’Italia prima di tutto è esistita, quando è stata negata fino a poco tempo fa: ora l’abbiamo visto in faccia a nostre spese questo mostro della mancata crescita". Il riferimento, ovviamente, è al precedente governo.
L'Imu? Inaccettabile dire che non va pagata
Monti torna a criticare l’invito a l’obiezione di coscienza sull’Imu: "Questo è un Paese che non ama molto le tasse, ma ci sono dichiarazioni che, come esponente del governo, ho il dovere di dichiarare inaccettabili come quella di non pagare l’Imu". "Noi saremo sempre più pressanti contro l’evasione fiscale - ha assicurato - chi evade meriterebbe un trattamento molto rigoroso dalla collettivita".
Nessuna polemica con Alfano
"Se fossi Alfano mi preoccuperei molto perché, senza che io facessi mai il suo nome, molti esponenti del suo partito lo hanno difeso da un attacco del presidente del Consiglio". Monti fa riferimento, in questo caso, alle polemiche divampate sulla disobbedienza civile e, in particolare, alla proposta di Alfano di compensare i crediti degli imprenditori con lo Stato con le tasse da pagare. Il presidente del Consiglio torna a ribadire che "non potremmo permettere che una singola impresa decidesse, se ha un credito verso lo Stato, di fare la compensazione. Non sarebbe possibile, anche questo sarebbe disobbedienza fiscale".
Riforme strutturali: non aspettiamoci troppo
"Non aspettiamoci troppo da riforme strutturali come quella del lavoro, come dimostra l’esperienza americana".
Poi Monti ha aggiunto: "Il Paese rimane grandemente corporativo, c’è un rigetto di riforme che si sono lungamente invocate e che, dal momento in cui sono coglibili, vengono rigettate perché, forse, si pensa che sia meglio avere gli alibi per non fare che avere le opportunità di fare".
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