Dai clandestini al fisco, Beppe genio dello scippo

In vista delle Europee il comico ha messo il cappello su slogan di altri partiti, soprattutto a destra

Dai clandestini al fisco, Beppe genio dello scippo

Anche nelle biografie tutto è partito da un «furto»: il vero Grillo a Genova era un altro, Orlando Portento, (ex) grande amico quando lui e gli altri scioperati del quartiere San Fruttuoso provavano ad inventarsi una carriera di artisti. Le battute, il personaggio, lo stile futuro di Grillo, erano di Portento, che se lo ricorda bene: «“Giuse” ha sempre saputo prendere il meglio dagli altri, e riproporlo come suo. Un genio assoluto. Anche la battuta sui socialisti in Cina era copiata». Stessa tecnica applicata in politica, con altrettanto genio. Grillo fiuta, si avventa e prende. Lo ha fatto con tutti, ha raso al suolo l'(ex) amico Di Pietro, risucchiandogli la bandiera della pulizia (e i voti), da Mani pulite al Parlamento pulito (facendo arrabbiare Tonino: «Grillo fa quello che facevo io 10 anni fa!»).

L'abolizione dei soldi pubblici ai partiti e gli appalti di Camera e Senato sono antiche battaglie dei Radicali: anche su quelle Grillo ha piazzato il suo cappello. Dalla destra radicale, invece, arrivano il tema della sovranità monetaria e del «no euro». Da sinistra poi - Pd e galassia radicale, post-comunista e verde - Grillo ha preso a piene mani slogan e programmi: energie alternative, sussidi di disoccupazione, trasporto pubblico, lotta ai contratti precari, abolizione della riforma Gelmini, no Tav... Da lì, da sinistra (soprattutto Pd, a cui ha scippato anche Piazza San Giovanni a Roma, storico luogo delle manifestazioni già Pci...) è arrivato infatti il grosso dei voti al M5S alle Politiche 2013, secondo l'analisi dell'Istituto Cattaneo. Ma è nell'area «delusi di centrodestra» che Grillo vede un terreno di conquista ed è lì che vuole espandersi. Soprattutto tra gli ex elettori della Lega Nord, secondo partito di provenienza dei voti M5S alle ultime elezioni (caso simbolico a Padova: quasi la metà degli elettori a 5 Stelle era ex Lega). Già nello Tsunami tour, la campagna elettorale dell'anno scorso, Grillo aveva colpito per i comizi nel Nord-Est: attacchi all'oppressione fiscale («aboliremo l'Irap!», all'Agenzia delle Entrate («Befera, inserisci nel redditometro anche i maxi rotoli di carta igenica»), a Equitalia che «pignora la dignità» e che «va chiusa». «Sono uno di voi! Ricordo bene mio padre al tornio con i suoi operai!» urlò Grillo al popolo di piccoli imprenditori, partite Iva e artigiani riuniti sotto il suo palco a Treviso, profondo nord leghista. «Chi paga le tasse in Italia, oltre che onesto, è un martire» aveva scritto ancora prima, nel 2010, sul blog, rielaborando un concetto (pagare troppe tasse è ingiusto) che costò durissime critiche a Berlusconi premier qualche tempo prima. E quale sia l'elettore a cui punta Grillo si è capito senza fatica quando nel 2013 ha eletto l'uomo dell'anno, simulando una copertina del Time: «Un po' martire, un po' eroe, testardo, cocciuto, indipendente, orgoglioso. Qualche volta suicida. Talvolta in fuga oltreconfine per salvare la sua azienda e i suoi dipendenti. Il piccolo e medio imprenditore italiano è l'uomo dell'anno».

E poi: Grillo o Miglio? «Per far funzionare l'Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l'identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie. E se domani fosse troppo tardi?» ha scritto il comico sul suo blog recentemente. Ai secessionisti veneti (moltissimi sono ex leghisti delusi, quindi elettori potenziali...) dice: «Se fate un referendum sono con voi». Ex elettori della Lega, delusi dalla politica, abbonati dell'astensionismo: le nuove prede del comico-leader, incantatore di piazze.

Anche sui Forconi ha provato a mettere il cappello, rivolgendosi ai poliziotti che si erano tolti il casco davanti ai manifestanti: «Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l'Italia allo sfacelo». Vanno conquistati tutti per realizzare l'obiettivo che Grillo si è fissato: «Alle prossime elezioni, non sappiamo quando, saremo la maggioranza assoluta del Paese»

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