D'Alema: mi candido solo se me lo chiede il partito

Tensione nel Partito democratico. Il numero uno del Copasir: "Non mi sono mai candidato, le candidature le fa il Pd". IL BLOG L'autorottamazione di Walter

Massimo D'Alema (Pd)
Massimo D'Alema (Pd)

Walter abbandona e D'Alema gioca di strategia. Dopo la decisione di non ripresentarsi alle elezioni di Veltroni oggi arriva la dichiarazione di Massimo D'Alema: "La mia disposizione è a non candidarmi. Quindi, semmai, potrò candidarmi se il partito mi chiede di farlo". La mossa del numero uno del Copasir arriva a poche ore dall'appello pro D'Alema, pubblicato dall'Unità con seicento firme in calce. Candidarsi o non candidarsi? D'Alema scarica il barile al partito e quindi a Bersani: la decisione spetta a loro, lui torna sugli scranni di Montecitorio solo se glielo chiedono. "Non mi sono mai candidato. Le candidature le fa il Pd, nessuno si candida, ma si è candidati. Questo è un tema che si discuterà al momento opportuno. La questione - ha aggiunto il presidente del Copasir - non riguarda la candidatura, ma le ragioni dell’impegno politico". Rispetto poi alle parole pronunciate in questo periodo dal sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra Matteo Renzi, D’Alema ha argomentato: "sono stato difeso dagli attacchi di Renzi da rettori e sindaci, non dal partito, ma - ha concluso D’Alema - dagli elettori". "Sono impegnato a mettere un’argine a questa ondata e dopo posso anche andarmene tranquillo - ha proseguito -.

L’idea che ci sia un gruppo di oligarchi che si devono togliere di mezzo è un’evidente distorsione e denota l’abilità dei nostri competitori a mettere al centro l’eliminazione della classe dirigente del Pd. Avevo detto a Bersani che non volevo candidarmi, ma ora difendo la dignità di una storia".

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