"Datemi un numero e vi faccio fare quello che voglio"

È uno dei migliori mentalisti del mondo. E qui ci svela i suoi segreti. O forse no...

"Datemi un numero e vi faccio fare quello che voglio"

Credete di avere un controllo completo sulle cose che pensate? O di essere capacissimi di tenere un segreto? Beh allora è proprio il caso che diate un'occhiata al programma televisivo prodotto da Fremantle di Francesco Tesei (tutti i mercoledí su Sky 1 HD) o andate a vedere il suo spettacolo teatrale Mind Juggler (le date le trovate sul sito www.ilmentalista.com). Tesei è un mentalista, ovvero un tipo molto particolare di prestigiatore i cui trucchi hanno tutti a che fare con la psicologia e la percezione del cervello. Nel suo campo è assolutamente uno dei migliori del mondo. Può indovinare la parola che state pensando, convincervi di cose che non esistono, orientare, subliminalmente, alcune vostre decisioni. E tutte queste cose nei suoi show si trasformano esercizi di bravura che visti dall'esterno potrebbero far pensare a poteri di divinazione o quasi medianici. Però Tesei, con molta ironia, spiega sempre almeno un pezzetto dei suoi trucchi, perché «è tutto fatto per divertire ma mi piace far capire alle persone come molto di ciò che noi consideriamo realtà dipende dalla percezione del nostro cervello. Ed è importante rendersi conto del fatto che siamo condizionabili». Ecco perché abbiamo fatto una chiacchierata con lui per esplorare quella sfera alla metà tra la comunicazione e l'inganno, tra la psicologia e il condizionamento, in cui tutti noi ci troviamo spesso immersi. Per lo più senza saperlo.

Tesei ci spiega per bene cos'è un Mentalista?
«Il mentalismo non è una scienza ma sfrutta anche alcune tecniche come lo studio della mimica facciale involontaria sviluppata da psicologi come Paul Ekman. È a metà tra l'illusionismo e lo studio del cervello e delle nostre reazioni fisiche. Fondamentalmente serve a divertire ma può anche insegnarci quanto siamo vulnerabili all'inganno. E questo divertendo, nei miei show cerco sempre di farlo intravedere».

Un esempio?
«Beh, come le spiegavo Ekman ci ha fatto capire come abbiamo una serie di microespressioni (micro perché alcune durano appena un ventiquattresimo di secondo) che non sono controllabili coscientemente. Ci ha fornito anche una mappa precisa dei muscoli coinvolti. Io posso usarle per indovinare cose che la gente pensa... Io combino queste tecniche con l'illusionismo classico. Del resto la magia non è mai nella carta nascosta nella manica, la magia è nella mente di chi guarda. L'illusionista dirotta l'attenzione del cervello dove gli serve».

Nella vita reale però accade che ci sia chi utilizza questi metodi per influenzare le persone penso ai falsi medium...
«I mentalisti negli spettacoli usano i trucchi per divertire e magari far suonare qualche campanello d'allarme su come possa funzionare la comunicazione persuasiva. Gli stessi trucchi possono essere però utilizzati per individuare i punti deboli di una persona ed ingannarla. C'è chi sfrutta le paure e i lutti per condizionare gli altri e fargli fare cose completamente irrazionali».

Siamo così vulnerabili alle influenze esterne?
«Le faccio un esempio in un test psicologico hanno fatto vedere a due gruppi di studenti hanno fatto vedere un incidente. Al primo gruppo hanno poi sottoposto un questionario in cui c'era la domanda: “A che velocità si sono scontrate le macchine?”. Il questionario del secondo gruppo era praticamente identico solo che quella domando era diventata: “A che velocità si sono schiantate le macchine?”. Beh è bastata la parola “schiantate” per ottenere che gli studenti segnalassero velocità molto più elevate».

Qualche esempio tratto dalla vita reale? O dal marketing?
«Beh, le sembra possibile razionalmente parlando che sia efficace la pubblicità televisiva di un profumo? In televisione è impossibile comunicare alcun che di una sensazione olfattiva. Eppure le pubblicità di quei prodotti funzionano benissimo e le aziende ci investono moltissimo».

Perché?
«Perché con uno slittamento di piani fanno vedere alle persone degli ambienti delle location o degli stili di vita desiderabili. E le persone le collegano all'oggetto profumo anche se non c'entrano nulla».

Come ci si difende dalla comunicazione persuasiva allora...
«Ho scritto un libro su questo tema, si intitola Il potere è nella mente. Se dobbiamo fare una sintesi estrema direi che la prima cosa è stare attenti a presupposti iniziali. Quando qualcuno cerca di farci passare per fatti inconfutabili cose che non lo sono.

Esistono i dati e le informazioni. Il dato è neutro, è solitamente un numero. Appena a quel numero si da un significato però già potrebbero veicolarci come certa una cosa che non lo è. Attenzione a chi vi costruisce attorno realtà fatte di parole».

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