Roma - Una poltrona che scotta, il fuoco amico degli alleati di governo che alzano il tiro, il Nuovo Centrodestra deciso ad alzare le barricate.
Nunzia De Girolamo affronta il suo giorno più lungo: la convocazione alla Camera per riferire in aula sulla vicenda delle sue conversazioni registrate su affari e appalti per la Asl di Benevento (ieri la Procura ha disposto l'acquisizione della registrazione della conversazione tra l'ex direttore sanitario della Asl Felice Pisapia e il ministro, mandata in onda dal Tg5). Questa mattina il ministro per le Politiche Agricole dovrà rispondere alle interrogazioni Pd e Ncd. Il partito di Matteo Renzi chiede spiegazioni. E con Pippo Civati fa sapere che «il caso De Girolamo è motivo di imbarazzo. La ascolteremo e vedremo». Ncd, invece, denuncia la gravità della violazione della privacy subita dalla De Girolamo, all'epoca dei fatti parlamentare, chiedendo iniziative a difesa della riservatezza della ministra. Non ci sarà, comunque, la vera prova del fuoco, ovvero il voto sulla mozione di sfiducia richiesta dai grillini. Per la sfiducia, infatti, sarebbe stata necessaria la convocazione della conferenza dei capigruppo.
Politicamente, però, il fatto nuovo è la posizione assunta da Scelta Civica. «Io sono dell'avviso che quando un ministro crea imbarazzo al governo di cui fa parte dovrebbe valutare l'opportunità di dimettersi» dice il segretario Stefania Giannini. «La diffusione di intercettazioni è un atto ignobile ma credo anche che quando il comportamento di un membro del governo si rivela politicamente inopportuno le dimissioni diventano opportune». Più morbido il capogruppo alla Camera, Andrea Romano: «Attendiamo con serenità le sue spiegazioni. C'è il rischio di una pericolosa degenerazione nella trattazione della sfera privata di chiunque faccia politica». Per il portavoce, Benedetto Della Vedova «i gruppi parlamentari ascolteranno con attenzione le comunicazioni del ministro e valuteranno se il ministro costituisca una fonte di imbarazzo per il governo. Se così fosse il nostro auspicio è che lo stesso ministro possa valutare le dimissioni come atto doveroso».
Per la sua replica Nunzia De Girolamo sceglie un registro prudente. «Dirò in Parlamento tutto ciò che ho da riferire. Sono serena, anche se molto stanca. Ho grandissima fiducia nella magistratura». Poi a proposito della richiesta di dimissioni giunta dal segretario di Scelta Civica minimizza: «Faccio fede a quello che dice il capogruppo che ha detto cose differenti. Quella del segretario Giannini credo sia una posizione di carattere personale». Sul caso dice la sua anche il Garante per la Privacy, Antonello Soro. «Molti parlamentari fanno a gara a per attribuire al Garante una presunta inerzia, rispetto a interventi che la legge non gli consente di realizzare. È altrettanto singolare la confusione che si sta facendo in termini generali tra una intercettazione abusiva, e come tale illecita, e una registrazione tra presenti, allo stato lecita».
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