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Decadenza Berlusconi, i commenti politici dopo il voto della Giunta

Il Pdl parla di "attacco giudiziario a un leader politico". Pd e M5S difendono la decisione della Giunta. Scelta civica: "Applicata la legge Severino"

Decadenza Berlusconi, i commenti politici dopo il voto della Giunta

"Non si illuda il boia. Sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell’uomo e del politico Berlusconi, che resta il leader e il riferimento di metà degli italiani. Ci sarà pure un giudice in Europa". Renato Brunetta, presidente dei deputati Pdl, critica con durezza la decisione della Giunta del Senato, che ritiene "offesa alla democrazia e al diritto. Tanto più grave perché perseguita con rancorosa pervicacia dal Partito democratico, nostro alleato nella maggioranza di governo". Il Pd "defenestra" Berlusconi, è un "problema" governare insieme", sottolinea il coordinatore del Pdl Sandro Bondi: "Io pongo oggi e porrò anche in futuro, finché avrò voce, un problema morale. Il problema morale che pongo - spiega - è il seguente: come possiamo assistere alla defenestrazione del presidente Berlusconi da parlamentare per mano di un partito, il Pd, con il quale collaboriamo in parlamento e al governo? Oltretutto con un comportamento che calpesta non solo ogni forma di rispetto per la nostra storia e la nostra dignità politica, ma anche uno dei principi essenziali del diritto e della giurisdizione italiana ed europea. Per me questa questione morale è fondamentale e ispirerà d`ora in avanti tutti i miei comportamenti politici".

"Quanto deciso oggi dalla Giunta del Senato - sottolinea Maria Stella Gelmini - e soprattutto il metodo usato, in violazione di tutte le regole di terzieta», segna in modo indelebile una stagione in cui l’uso politico della giustizia ha raggiunto il
punto più basso ed evidenzia in maniera plastica l’affermarsi dentro il nostro maggiore alleato di governo dell’anima giustizialista che cerca di ridurre al silenzio Silvio Berlusconi e con lui milioni di elettori. La costituzione secondo questa sinistra vale per tutti eccetto che per il nemico Berlusconi". Mara Carfagna affida a Twitter il proprio commento: "Il Partito democratico, nostro alleato di governo, ha finalmente ottenuto il totem da idolatrare durante il congresso".

"Una decisione politica, già ampiamente annunciata, che viola la Costituzione, in particolar modo l’articolo 25", tuona Maurizio Gasparri, vicepresidente Pdl del Senato. "La colpa ricadrà su quanti hanno commesso questa incredibile violazione. C’è ora un’ultima occasione in Aula al Senato per impedire che si compia uno scempio". Daniela Santanchè, invece, parla di "condanna già scritta", che va ad aggiungere "infamia politica a una infamia giudiziaria".

"In Aula il Pd sarà compatto nel votare la decadenza di Silvio Berlusconi", dice Felice Casson (Pd), membro della giunta del Senato. "Non ci saranno sorprese, almeno per quanto ci riguarda - assicura -. I senatori Pd sono convinti di quello che è stato fatto. Non c’è alcuna divisione". Poi aggiunge:"«Chiederemo il voto palese perch‚ anche in base alla Costituzione la legge Severino è una norma a tutela dei senatori e non c’entra niente il voto segreto. Ma anche se fosse segreto, il Pd voterà tranquillamente la decadenza".

"Dopo tanto clamore ansiogeno - commenta il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio - speriamo che lo sbocco naturale dei lavori della Giunta venga accolto con sobrietà. Almeno nel rispetto della concomitanza di queste giornate dolorose segnate da ben più tragici eventi".

"Chi parla di verdetto politico ignora la legge. Il lavoro della Giunta per le elezioni è stato scrupoloso e non certo animato pregiudizio politico. Il capogruppo del Pdl Schifani può prendersela con chi, come lui, approvò nella scorsa legislatura la legge Severino", afferma la senatrice del Pd Isabella De Monte, segretaria della Giunta per le elezioni. "Non siamo e non potevamo essere un quarto grado di giudizio - spiega la senatrice - ma come parlamentari abbiamo approfondito le carte e deciso solo sulla base delle evidenze. Il Pdl aveva tutto il tempo per contestare la legge Severino - conclude l’esponente dem - se lo ha fatto solo negli ultimi mesi per aiutare Berlusconi, ha clamorosamente fallito".

"Non ci sono state sorprese nel voto finale a maggioranza rispetto a quanto si sapeva - dichiara il senatore socialista Enrico Buemi, membro della Giunta -. E questo ci deve far interrogare sulla funzione effettiva della Giunta, che pure ha svolto un lungo e impegnativo approfondimento anche dal punto di vista intellettuale. Sono emerse anche delle lacune regolamentari - ha aggiunto - perché, ad esempio, cosa accadrebbe se un procedimento di elezione contestata riguardasse un componente della giunta. E poi, ci siamo inc... per l’impossibilità di rispondere direttamente all’avvocato Di Pardo (che rappresentava il subentrante a Silvio Berlusconi, Achille Di Giacomo, ndr.) che metteva in dubbio la nostra natura di organismo terzo".

"Tutte le considerazioni che ho svolto e il voto che ho espresso aveva solo ed esclusivamente a che fare con la legge Severino, della quale confermo la costituzionalità e la non conflittualità con la normativa europea". Così il senatore Benedetto Della Vedova (Scelta civica), al termine dei lavori della giunta. Sulla posizione che il suo partito prenderà in Aula, Della Vedova non si sbilancia: "Ne discuteremo. Il voto in giunta è un voto dei singoli senatori".

"Sono singolari le polemiche di queste ore del Pdl sulla natura della Giunta - afferma Danilo Leva, responsabile GIustizia del Pd -. Si tratta di una strategia che mira a introdurre, in maniera surrettizia, elementi di confusione utili ad accreditare una inesistente persecuzione di Berlusconi. La Giunta - prosegue Leva - non è un quarto grado di giudizio né, tantomeno, esercita una funzione giurisdizionale. I suoi componenti non sono giudici. Essi non sono chiamati ad esprimersi sul merito della sentenza ma semplicemente a valutare, in capo ad un senatore, la sussistenza o meno dei requisiti previsti dalla legge, per l’esercizio di tale funzione parlamentare. Ai sensi della legge Severino, che è perfettamente costituzionale, ed è stata applicata ad altri 37 cittadini italiani, tali presupposti non ci sono. Anche in questo senso la giurisprudenza è granitica. Berlusconi è stato condannato per la sua attività di imprenditore e non certo per la sua azione politica.

Il resto è il solito tentativo del Pdl di porre Berlusconi al disopra della legge, con qualsiasi mezzo - conclude Leva - come dimostrano i ricatti continui con cui si è cercato di imporre un irricevibile baratto tra governabilità e legalità".

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