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Decadenza, Forza Italia all'attacco: "Voto palese? Strappo alla Costituzione"

L’Aula del Senato avvia l’esame della proposta della Giunta sulla decadenza da senatore di Berlusconi. Nitto Palma: "Sul voto segreto c’è stata una modifica del regolamento, si torni in Giunta del Regolamento per decidere di nuovo. Non violiamo la Costituzione". Respinte tutte le questioni pregiudiziali e la questione sospensiva

Decadenza, Forza Italia all'attacco: "Voto palese? Strappo alla Costituzione"


L’Aula del Senato ha iniziato l’esame della proposta della Giunta sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. La senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati ha avanzato un richiamo al regolamento per il voto segreto. Prima che il presidente della Giunta Dario Stefano cominciasse a leggere la sua relazione, la senatrice di Forza Italia ha preso la parola per chiedere il voto segreto facendo riferimento a un precedente del 2009. Le ha fatto eco anche Francesco Nitto Palma: "Sul voto segreto c’è stata una modifica del regolamento e quindi sarebbe servita una conferma da parte dell’Aula. Si torni in Giunta del Regolamento per decidere di nuovo. Non violiamo la Costituzione".

Palma poi ha aggiunto: "Bisogna evitare di là da tutto che con questo voto ci si macchi di una palese violazione della Costituzione. Non c’è premura politica, morale di sorta o interesse di bottega che può consentire al Senato di violare in maniera così palese la nostra Costituzione, chiedo formalmente che venga reinvestita la giunta del regolamento di questa questione, deciderà se la votazione debba avvenire a scrutinio a palese anche per gli altri casi, discuteremo se si tratta di interpretazione o politica, così davvero non possiamo andare avanti". D’accordo sul voto segreto anche il senatore socialista Enrico Buemi: "Su queste materie non ci sono vincoli di schieramento. Io sono favorevole a che ci sia il voto segreto sulla decadenza di Berlusconi, esattamente come hanno sostenuto i colleghi di Forza Italia Casellati e Palma che hanno preso la parola prima di me". Diversa l'opinione del Pd. "Non si torni su decisioni già prese. L’argomento voto palese-voto segreto è chiuso da tempo. Si tratta di un voto a difesa del plenum, non sulla persona. Dal 1993 ad oggi, anche sulle autorizzazioni a procedere, le votazioni a scrutinio palese sono state 25 su 34", ha dichiarato il senatore Francesco Russo.

Anche il Nuovo Centrodestra si schiera a favore del Cavaliere: "L’eventuale decisione del Senato di confermare la delibera di decadenza di Silvio Berlusconi costituirebbe un danno certo e irreversibile per la sua persona, per l’istituzione cui appartiene e più in generale per la coesione a fronte dell’esito incerto dei numerosi procedimenti aperti presso le Corti di giustizia europee e la stessa Commissione europea, senza considerare la possibilità di riapertura del processo alla luce dei nuovi elementi emersi. L’Assemblea, peraltro, dovrebbe almeno valutare la proposta del senatore Casini, che consiglia un rinvio alla decisione della Cassazione sulle pene accessorie", ha affermato il presidente dei senatori di Ncd, Maurizio Sacconi. Che poi ha aggiunto: "Per queste ragioni, il Nuovo centrodestra ha presentato un ordine del giorno per il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea, una questione sospensiva del voto e un ordine del giorno in dissenso dalla relazione della Giunta delle elezioni e dell’immunità parlamentari". "La Giunta per il Regolamento del Senato il 30/10 ha stabilito che per casi di non convalida dell’elezione il voto fosse palese e non ci sono novità per riaprire ora il dibattito", ha affermato il presidente del Senato Pietro Grasso.

Al Senato sono state presentate dal centrodestra 6 questioni pregiudiziali e 7 ordini del giorno in difformità alla relazione della Giunta per le Immunità a favore della decadenza di Berlusconi. Si sono iscritti a parlare 25 senatori, 22 contro la decadenza di Silvio Berlusconi, quasi tutti di Forza Italia, Gal e Nuovo centrodestra. A favore della decadenza per Berlusconi sono iscritti solo due senatori del M5S. Si è iscritto a parlare anche il senatore del Psi Enrico Buemi, che si era espresso a favore del voto segreto. Nessun esponente del Pd nella lista degli iscritti a parlare fornita dall’Ufficio di Presidenza di Palazzo Madama.

L’aula del Senato ha però respinto le sei questioni pregiudiziali presentate così come ha respinto la questione sospensiva presentata dal leader Udc Pier Ferdinando Casini.

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