Leda Avanzi aveva 94 anni, abitava a Ferrara, in via Bologna 57, angolo via Fabbri, viveva con più affanni che sorrisi quel suo tempo di rimessa. L'hanno uccisa per cento euro e un paio di gioielli, con un vaso di terracotta che c'era in casa: aveva appena cambiato il nascondiglio dei suoi risparmi spostandoli da un mobile del salotto ad un armadio della camera da letto, per questo non hanno trovato di più. L'ha ammazzata il figlio della sua ex badante polacca, venticinque anni, muratore, disoccupato. Lo conosceva, si fidava. Per questo non poteva lasciarla viva. Maria Di Amato, 89 anni, è morta invece di spavento nella sua villetta di Ardea, provincia di Roma. Non faceva del male a nessuno e la sua vita le piaceva così com'era. Nelle tasche del suo assassino involontario, ventun'anni, ucraino, incensurato, qualche migliaio di euro, due o tre gioielli di famiglia. Era nascosto nel sottoscala, non era nemmeno riuscito a fuggire. Anche Liliana Tardiola, 81 anni, viveva da sola ed era un'ex funzionaria del ministero delle Finanze. L'hanno trovata in camera da letto con la testa fracassata da una sprangata nel suo villino in via del Fosso di San Matteo, a Vermicino. A ridurla così un rumeno di neanche quarant'anni, incensurato, senza fissa dimora, che abitava in una baracca a un paio di chilometri da lì, incastrato, come in un film, dal colore dei suoi occhi azzurri, notati da un vicino di casa di Liliana.
Dicono che questi tempi senza speranza uccidano il futuro dei giovani, ma la strage è degli anziani. Vite sorteggiate a caso, prigioniere della propria fragilità, inevitabilmente indifese, fatalmente vittime. Cadono come soldatini disarmati sulla trincea dell'orrore quotidiano, per i risparmi custoditi nel cassetto, per una spilla ricevuta in eredità, una fede rimasta vedova, l'anello di un amore che fu. Cadono come animali da macelleria, senza un gesto di pietà, odiati a morte perchè inermi. Angela Santabarbara, 70 anni, è stata massacrata da 32 coltellate a Piana di Monteverna, Caserta; Wally Urbini, 88 anni, da un colpo secco di tronchesino a Cesena; Antonietta Gigante a pugni e calci, nella sua villetta in via Alice a Licola, una frazione di Pozzuoli, legata alla sedia della cucina. Gli aguzzini sono giovani, feroci, spesso stranieri: la badante marocchina che chiede un prestito, i ragazzi cubani che lavorano nel negozio a fianco, così giovani e simpatici, il vicino di casa ventenne, italiano, che saluti tutti i giorni, già rovinato dai debiti di gioco.
É la tragedia di non riuscire più a fidarti di chi hai intorno, la paura della gente che incontri, l'impotenza a difendere chi è più debole, confinato dall'età in un mondo che non c'è più, ma condannato a vivere dentro questi giorni odiosi. Vecchi come l'Italia che verrà sempre più longeva. Spaventata dai suoi nipoti. Vittima forse di un futuro che non c'è.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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