Roma Le norme per lo sviluppo alla fine sono arrivate, ma sono state approvate «salvo intese». Solo per «ragioni tecniche» perché, si è affrettato a precisare il ministro Corrado Passera, alcuni articoli sono stati aggiunti all’ultimo momento, da altri ministeri. Segno che la tensione sulle misure varate ieri dal Consiglio dei ministri è ancora alta, in particolare tra il ministro dello Sviluppo e la Ragioneria. Ma l’impianto del piano c’è tutto. In tutto il decreto, secondo il ministro, mobiliterà fino a 80 miliardi di euro.
Molto attese, anche se hanno un impatto economico non enorme, le misure per l’edilizia. Vengono estesi gli incentivi fiscali per le spese di ristrutturazione. Fino al 30 giugno 2013, la detrazione Irpef salirà al 50 per cento (ora è al 36 per cento) per lavori fino a 96mila euro (attualmente fino a 48mila euro). Le agevolazioni per la riqualificazione energetica al 55% fino a fine 2012, vengono confermate per altri sei mesi, fino al 30 giugno 2013, ma scendono al 50 per cento. Passata anche la norma che prevede l’esenzione dall’Imu per tre anni degli immobili che le imprese di costruzione non riescono a vendere.
Tra le misure annunciate (a ieri non c’era ancora un testo) anche il credito di imposta (35 per cento del costo aziendale) per le nuove assunzioni di profili altamente qualificati, a patto che restino in azienda almeno per tre anni. Poi la promozione dell’occupazione giovanile nella green economy, con finanziamenti agevolati.
Norme anche per contrastare il credit crunch, cioè la stretta sul credito alle aziende, con un occhio alle piccole imprese (ma non le micro). Per loro saranno studiati strumenti di debito a breve termine (cambiali finanziarie) e a medio-lungo termine (obbligazioni e titoli similari, obbligazioni partecipative subordinate), con l’obiettivo di garantire liquidità.
Vale da solo 40-50 miliardi (sempre in risorse che si presume mobiliterà) il pacchetto infrastrutture. I project bond, obbligazioni emesse per la realizzazione di un’opera, saranno più convenienti delle altre perché soggette a un’aliquota equiparata a quella attualmente prevista per i titoli di Stato (12,5 per cento).
Per le opere realizzate insieme da pubblico e privato, si applicherà la disciplina di defiscalizzazione, a parziale o totale copertura del contributo pubblico a fondo perduto. Passera ha anche annunciato il completamento della Salerno Reggio Calabria entro il 2013.
La vera rivoluzione, la cui portata è ancora tutta da vedere è sugli incentivi alle imprese.
Sono «abrogate 43 leggi di incentivazione», compresa la famosa legge 488 del 1992, quella che prevedeva i contratti di programma e di localizzazione, i cui fondi confluiranno nel nuovo «fondo per la crescita sostenibile» da circa 2 miliardi.
Gli obiettivi del fondo in realtà non cambiano molto rispetto a quelli della 488, fatta eccezione per una maggiore attenzione ai progetti di ricerca, sviluppo e innovazione. Un occhio anche alla trasparenza, con l’obbligo di pubblicare tutte le spese della pubblica amministrazione oltre i mille euro.