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Il derby tra Irpef e Irap mette in difficoltà Renzi

Il governo non sa se aiutare imprese o lavoratori: Renzi punta al taglio dell'Irpef, ma nei ministeri tira tutt'altra aria

Il derby tra Irpef e Irap mette in difficoltà Renzi

Il buon proposito c'è. Ed è quello di tagliare le tasse. Come, dove e quanto, però, sono i nodi ancora da sciogliere. Perché, sebbene Matteo Renzi tiri dritto nel promettere una riduzione della pressione fiscale, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e i suoi uomini corrono contro il tempo per trovare le coperture economiche e sciogliere, una volta per tutti, il derby tra Irpef e Irap che potrebbe incidere sulle tasche degli italiani. Intervistato da Fabio Fazio, il premier ha lasciato intendere che punta a dare una sforbiciata a vantaggio delle famiglie, e quindi esclusivamente all'Irpef. Nelle ultime ore, però, il viceministro dell'Economia Enrico Morando ha accelerato nella direzione opposta: quella del taglio all'Irap.

Nel merito dell’intervento fiscale il premier non si sbilancia, se non osservando che un taglio diviso a metà tra Irpef e Irap non funzionerebbe. "Non ha funzionato in passato - ha spiegato a Che tempo che fa - Prodi fece una riduzione teoricamente molto importante, ma poi alla fine nessuno se ne accorse". Come spiega Repubblica, se indirizzati solo all'Irpef, come preferirebbe per Renzi, i 10 miliardi "cadrebbero sulle buste-paga a un ritmo di 80 euro netti al mese, che si avvicinerebbero a 100 se si tiene conto che una mini-manovra di riduzione dell’Irpef in busta paga è già stata varata del governo Letta e che, ad aprile, quando scatterà l’operazione arriveranno circa 15 euro in più". L’effetto congiunto delle due misure potrebbe, dunque, portare un migliaio di euro circa in busta-paga all'anno. Tutt'altro discorso se i 10 miliardi venissero divisi a metà tra Irap e Irpef. "Il pacchetto di misure lo presentiamo mercoledì con le entrate e le uscite - ha spiegato Renzi - non ritengo giusto che ne parli oggi ma trovo abbastanza imbarazzante che per anni si sono aumentare le tasse, ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche". Le polemiche, però, sono tutte interne al governo. Perché, se da una parte deve far fronte alle pressioni di Confindustria e parti sociali, dall'altra deve tener testa alle divisioni interne al Tesoro.

"Niente mezze misure nel 2014 o tutto sull'Irap o tutto sull'Irpef. L'anno prossimo il contrario". In una intervista al Messaggero, il piddì Morando propone una sorta di taglio delle tasse a rotazione. Con una preferenza netta per l'Irap: "Eliminerei il costo totale delle buste paga dall'imponibile Irap". "Se consideriamo come priorità combattere la disoccupazione giovanile e femminile, il taglio dell'Irap ha certamente effetti migliori - ha spiegato - l'irap è l'imposta più nemica dell'occupazione che ci sia". Sulla stessa linea anche il viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda (Scelta civica): "Il taglio dell’Irap alleggerirebbe il carico record sulle imprese consentendo alle aziende di investire e rimettere in moto crescita e occupazione". Da qui l'avvertimento per Renzi: "Se le aspettative rimangono negative, un taglio dell’Irpef rischia di indurre le famiglie a risparmiare invece di consumare". Pur preferendo optare per un taglio dell'Irap, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha provato a fermare il dibattito definendolo uno "sterile derby". In questo dualismo fiscale rischiano di perdere i contribuenti.

Come sempre.

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