Parte male l'avventura di Pasquale Tridico come candidato del campo largo per le elezioni regionali in Calabria. E non perché pare abbia l'intenzione di arruolare tra le sue fila Donatella Di Cesare, professoressa de La Sapienza al centro di molte polemiche, o almeno non solo. Ma perché i manifesti fatti preparare per la cavalcata elettorale presentano un errore grammaticale da "matita blu", anzi due, come si sarebbe detto un tempo: "La destra ha paura perchè sanno che vinceremo noi".
L'errore più grave ed evidente è la mancata concordanza tra soggetto singolare (la destra) e verbo plurale (sanno): una svista enorme da parte di chi ha preparato la grafica dei manifesti che, nonostante sia passata probabilmente di mano in mano prima di ottenere il "visto si stampi", nessuno ha pensato di correggere. Volontà per attirare l'attenzione o grave strafalcione grammaticale? Resterà il dubbio in attesa di capire se Tridico deciderà di modificare il cartello elettorale o se, invece, lo lascerà così quasi come feticcio elettorale. Poi c'è un altro errore, meno evidente ma non meno grave, notato per lo più dagli addetti ai lavori è l'errore dell'accento su "perché", che dev'essere acuto, quindi "é" sul finale.
Tridico ha anche accusato il quotidiano Libero di averlo messo alla gogna per questo, "colpevole soltanto di aver sbagliato un accento". Che poi non è solo un accento ma c'è anche un errore di concordanza. Tuttavia, questo è il "gioco" elettorale al quale il candidato del M5s accettato anche dal Pd e da una parte del campo largo: non sono ammessi errori. Anche perché sarebbe bastato un controllo leggermente più accurato per individuare i due problemi ed eliminarli. I social si sono già scatenati sull'errore di Tridico nel suo manifesto, come si evince da uno dei tanti tweet: "È l'egemonia culturale, bellezza".
O ancora: "Per ora hanno spaventato a morte la maestra", "Voglio conoscere il smm che ha scritto questa cosa a Tridico: devo dargli qualche ripetizione di italiano", "Oltre che farsi bocciare alle urne, questi erano da bocciare alle medie". E così via, in una lunga sequela di prese in giro che dovrebbero far capire a Tridico che no, non è "colpevole" "solo" per un accento.