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Veleni e dossier falsi, la guerra per il vertice di Confindustria finisce in tribunale

L'ultima indiscrezione è che i tre saggi incaricati di individuare la figura più gradita agli associati per succedere a Carlo Bonomi alla guida di Confindustria, ieri avrebbero suggerito a Emanuele Orsini di ritirarsi dalla gara

Veleni e dossier falsi, la guerra per il vertice di Confindustria finisce in tribunale

L'ultima indiscrezione è che i tre saggi incaricati di individuare la figura più gradita agli associati per succedere a Carlo Bonomi alla guida di Confindustria, ieri avrebbero suggerito a Emanuele Orsini, il candidato in largo vantaggio su una rosa di quattro, di ritirarsi dalla gara. Ciò perché sul suo nome negli ultimi giorni si sarebbero addensate ombre che potrebbero macchiare il prestigio dell'associazione. Una decisione, quella dei saggi Enoc, Moltrasio e Vescovi, quantomeno irrituale (è davvero nei loro compiti?) e che preannuncia nuovi colpi di scena.

Del resto, mai si erano viste, dalla rifondazione della Confederazione avvenuta ottant'anni fa, tante bassezze nella competizione per la nuova presidenza. Incidenti di percorso sì, e pure qualche esclusione aspramente combattuta, ma mai si era arrivati a confezionare dossier falsi per frenare la corsa del candidato in vantaggio, che quindi si rivolge al tribunale affinchè ristabilisca la sua onorabilità. È il segno dello svilimento dell'istituzione, che già il Giornale aveva denunciato a novembre in un atto d'accusa contro l'enclave che da almeno quindici anni governa l'associazione e che, anno dopo anno, ne ha determinato il declino al punto che gli ultimi governi non hanno quasi sentito la necessità di affrontare con i suoi rappresentanti le istanze delle imprese. E la denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Milano da Orsini, attuale vicepresidente di Viale dell'Astronomia, rivela una manovra ai suoi danni degna dei più violenti scontri di potere in stile Netflix, che certo non contribuirà ad aumentare la credibilità dell'istituzione.

Tutto nasce da una lettera anonimamente recapitata ad alcuni giornali nella quale tale Gabriele Fraschini lamenta un paio di anomalie riscontrate nell'attività di Orsini quando questi era presidente della società Federlegno Eventi: fatti oggettivamente modesti, peraltro chiariti quattro anni fa con soddisfazione reciproca - il Giornale ne ha fornito prova documentale - ma che rilanciati dalla stampa in questi giorni come ancora aperti, hanno assunto uno spessore che fatalmente avvelena un clima già di per sè non sereno. Di qui l'invito dei saggi a Orsini di farsi da parte, senza però aver pesato la consistenza delle anomalie eccepite: un invito che l'imprenditore ha perciò respinto al mittente

Ebbene, nella sua denuncia Orsini non si limita a dipingere la manovra come odioso tentativo di travisare la realtà al solo scopo di sgambettarlo; ma forte della confessione-ritrattazione involontariamente fatta all'inizio di febbraio dall'autore della lettera durante una telefonata con un consulente, sbriciola le accuse mossegli aprendo a scenari inquietanti sull'identità dei mandanti e sui nuovi metodi di confronto in Confindustria. Detta in breve, Fraschini, che mentre parla al telefono evidentemente non sa di essere registrato (la trascrizione della telefonata è allegata alla denuncia) e perciò sfoga liberamente la sua irritazione per essere stato «tirato in ballo» in una situazione di cui non capisce lo scopo, oltre «a smentire recisamente le conclusioni contenute della missiva a sua firma», si dice fermamente contrario ad avallare «altre lettere di identico contenuto» perché si sente «sacrificato» in una vicenda che i danti causa si guardano bene dall'intestarsi. Il manager, che nella Federlegno Eventi ricopre la carica di direttore finanziario, confida poi di aver ricevuto dai superiori «forti critiche per aver scritto una mail nella quale precisa a Orsini che una delle due anomalie lamentate era stata risolta».

Ammette inoltre che il dossier falso «è stato poi inviato a plurimi destinatari», peraltro a lui ignoti e i cui scopi dice di non aver colto perché si tratta di questioni di nessuna attualità e che non hanno fatto danni alcuno alla società. Scrive Orsini sintetizzando un punto della confessione del manager: «Coloro che gli hanno commissionato la missiva hanno fatto una figura di merda, accecati come erano dall'intento di presentare un dossier falso contro di me». Non basta. Consapevole che la vicenda potrà avere risvolti giudiziari con responsabilità forse penali, Fraschini confida di aver ricevuto assicurazioni sul punto, perché «pagheranno la difesa, pagheranno la multa e speriamo che tutto finisca lì».

Chi ha rassicurato il manager? Naturalmente non vengono fatti nomi. Si può però supporre che il o i mandanti siano all'interno della Federlegno Eventi. Precisa Orsini nella denuncia: «Da tale registrazione emerge altresì che la lettera sottoscritta da Fraschini, gli è stata specificamente commissionata presumibilmente da esponenti apicali di Federlegno Eventi, allo scopo di portare avanti una bieca attività di dossieraggio ai miei danni. Una iniziativa vieppiù grave proprio perché assunta in corrispondenza delle consultazioni per il rinnovo dei vertici di Confindustria».

Per la cronaca, amministratore delegato di Federlegno Eventi è Claudio Feltrin, espulso dal Consiglio generale di Confindustria «per comportamenti contrari ai valori associativi».

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