Parte l'operazione bavaglio

La sinistra prende tempo per avere mano più libera nel varare riforme unilaterali grazie al fatto che Berlusconi sarà presto politicamente e fisicamente impedito o quantomeno molto limitato

Parte l'operazione bavaglio

La macchina che porterà tra poche ore Silvio Berlusconi alla perdita della libertà si è messa in moto. Secondo fonti della Procura di Milano sarebbe stata scritta la relazione sulle condizioni psicologiche e ambientali del «condannato» Berlusconi. Se e da quando saranno arresti domiciliari o affidamento ai servizi sociali lo sapremo giovedì.

Tutto ciò che sta accadendo in queste ore nel mondo della politica, in particolare il braccio di ferro tra Forza Italia e Renzi su tempi e contenuti delle riforme elettorale e del Senato, non può che essere letto alla luce di questo appuntamento. Che non riguarda il «condannato» Berlusconi, ma il «libero» popolo di Forza Italia. Il tentativo della sinistra mi sembra infatti chiaro. Prendere tempo, tradendo la tabella di marcia strombazzata ai quattro venti, per avere mano più libera nel varare riforme unilaterali grazie al fatto che Berlusconi sarà presto politicamente e fisicamente impedito o quantomeno molto limitat. Per poi poter dire, nel caso a quel punto probabile che Forza Italia non ci stia: avete visto, Berlusconi fa prevalere i suoi interessi personali a quelli del Paese. Una furbata, insomma, sul tipo di quell'«Enrico stai sereno» che costò la testa a Letta: prendere tempo e colpire quando l'obiettivo è in un momento di debolezza, alleandosi di volta in volta con chi ci sta. È ovvio che i dissidenti del Pd – vera mina per Renzi – e il centrino democristiano di Alfano baratterebbero volentieri eterna fedeltà al premier in cambio di un colpo mortale a Berlusconi e a Forza Italia. Ma ancora una volta penso che si stiano facendo i conti senza l'oste.

Le manovre di Palazzo, i trucchi e i sotterfugi possono pagare nell'immediato, ma una cosa sono maggioranze politiche vere tra possessori di voti reali, altro sono maggioranze numeriche tra signori che di voti ne hanno davvero ben pochi. Nel primo caso (il rispetto dell'accordo Renzi-Berlusconi) ne trarrebbero benefici i sottoscrittori e il Paese. Nel secondo (riforme fatte tra Renzi, Alfano, Vendola e Monti) si andrebbe incontro all'ennesimo pateracchio di corto respiro come ne abbiamo visti tanti in questi anni.

Per quello che ne so, se Renzi è in buona fede c'è tempo e modo per

chiudere. Ma deve dare lui il segnale. Altrimenti vuol dire che sta solo aspettando, e tifando, che Berlusconi finisca nelle mani del giudice di sorveglianza. Per poi fare gli affari suoi. Che non saranno certo i nostri.

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