Sconfitti e rabbiosi

De Benedetti detta la linea a La Repubblica: "Berlusconi e Grillo? Malformazioni"

Il sindaco di Firenze Matteo Renzi con Carlo De Benedetti
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi con Carlo De Benedetti

Era già tutto previsto. Marcenaro profetico sul Foglio, ma questa volta bisogna ammettere che non è stata una gran fatica. Scriveva: di cosa parleranno tutte queste intelligenze alla Repubblica delle idee? Con tutto quello che hanno letto, le capacità che possiedono, con tutto ciò che sanno, la cultura sterminata, cosa penseranno? Semplice. Berlusconi merda. E così è stato. Il motivo è lo stesso da vent'anni. Non sopportano ciò che non riescono a controllare. E per loro il Cavaliere è l'anomalia delle anomalie. Al secondo posto in questa stagione c'è Grillo, che rappresenta la loro frustrazione numero due. Berlusconi gli ha rovinato la vittoria elettorale. Grillo ha rifiutato l'alleanza per disegnare la loro vendetta. Da allora hanno perso la bussola. Eppure il loro modo di pensare resta sempre lo stesso. Ecco i principi fondamentali.
Le tre regole d'oro dei salotti oligarchici: la verità siamo noi, ogni cambiamento va osteggiato con qualsiasi mezzo, chi non si adegua è un nemico. Questo è il vangelo di chi si è ritrovato alla Repubblica delle idee, la comunità della sinistra che ha in De Benedetti il suo padrone, in Scalfari il profeta e in Ezio Mauro il carovaniere. È tutta gente che parla in nome del popolo, ma lo disprezza. È la piazza di chi si sente superiore in nome di Dio, della Ragione e della Nazione. È il modo di pensare di una minoranza che pretende di parlare a nome di tutti. E ogni parola è una sentenza. Per farsene un'idea, basta ascoltare il padrone, Carlo De Benedetti.
Si parla di riforme e lui sancisce: il presidenzialismo non piace agli italiani. È un dogma, una rivelazione. Ipse dixit e gli italiani semmai si adegueranno. Ma questo è il meno. Il padrone dell'arcisalotto definisce anche chi e cosa sta in paradiso e chi va calpestato nel fango. «È importante vedere che la politica è al posto più alto e il presidenzialismo a quello più basso». Saranno contenti francesi e americani. Poi De Benedetti un giorno ci spiegherà esattamente cosa intende per politica.

La partitocrazia? L'assemblearismo? La Repubblica delle idee? Parliamone. Poi aggiunge: «A un posto più basso ci sono Berlusconi e Grillo, ma quelle sono le malformazioni della società, quindi è giusto che stiano bassi». Ecco a voi la Repubblica dei dittatori (frustrati).

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