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Ecco come l'aumento Iva colpirà le famiglie povere

RomaPrima erano piccole percentuali, rinunce ai beni alimentari più costosi. Ma ora la crisi modifica la cucina quotidiana del Paese, riporta alle materie prime, ribalta il consumismo della tavola, che torna ad essere il luogo del risparmio e dell'arte di sapersi arrangiare.
Il punto di partenza è il carrello. È da questi dati che la Coldiretti traccia il profilo della nuova Italia, dove si cuoce il pane in proprio, ma si rischia di esagerare con le carenze nutritive. Secondo l'Istat, il 12,3% delle famiglie non raggiunge l'apporto proteico raccomandato almeno un giorno su due. Questo accade perché tra gli alimenti in crollo c'è la carne. Tutta: di bovino (-6 per cento), di maiale (-5%). Ma anche il pesce: ugualmente - 5%. In compenso sale l'acquisto delle uova (+2 per cento). Siamo ritornati alla frittata con patate, e il tuorlo nemico del colesterolo è un ricordo dei tempi in cui il cibo che faceva male non era il più costoso. Ma a rischio, per la Coldiretti, è tutta la dieta Mediterranea. Il consumo di frutta diminuisce del 4%, quello della verdura del 2. Dati che si incrociano con altre cifre della crisi, quelle che arrivano dalla Cgia di Mestre. Secondo uno studio dell'associazione degli artigiani, il possibile aumento di un punto dell'Iva dal 21% attuale colpirebbe di più le famiglie con retribuzioni più basse, fino a 120 euro.
Crolla anche il consumo dell'olio di oliva (-8%) sempre più sostituito dal burro, che invece cresce nelle vendite del 5%. Il vino addirittura perde il 7%. E il latte si preferisce di qualità minore, ma che rimanga in credenza, e che costi di meno. Quello a lunga conservazione fa segnare un aumento del 4% nelle vendite, mentre scende sempre del 4% il latte fresco. Il diminuito consumo delle verdure per la prima volta interessa anche gli ortaggi e le insalate pronte per l'uso, la cosiddetta quarta gamma, con un calo record nei consumi del 5%. Si lavora di più in cucina, con la crisi. L'insalata viene lavata e si compra di meno quella in busta. Si spegne il microonde. Calano del 6% gli acquisti di piatti congelati, e del 6% scendono anche le merendine.
I dolci adesso si preparano a casa, con il miele, che cresce del 6%, i preparati per dolci (+5%) e la farina (+2%). Un ritorno al passato, annota la Coldiretti, che non era mai avvenuto dal dopoguerra. Dal rigore degli anni Cinquanta.
In generale si predilige l'acquisto di beni alimentari low cost, di minore livello qualitativo e che possono anche rappresentare una incognita per la salute. Aumentano però anche gli italiani che fanno la spesa nei mercati di Campagna Amica dove è possibile - continua la Coldiretti - acquistare al miglior rapporto prezzo-qualità. In questo quadro, la Cgia di Mestre chiede di scongiurare l'aumento di un punto dell'Iva.

Secondo uno studio dell'associazione degli artigiani, l'aggravio potrebbe variare, a seconda della fascia di reddito, per un single da 37 a 99 euro l'anno, e per una famiglia di quattro persone da 61 a 120 euro.

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