La neo ditta formata da Elly Schlein e Stefano Bonaccini continua a criticare il governo Meloni in merito all’alluvione romagnola di maggio scorso. L’esecutivo sarebbe deficitario sui soldi per la ricostruzione, continuano a ripetere. Litanie strumentali smentite tanto dal commissario straordinario, il generale Paolo Figliuolo, quanto dalla concretezza dei numeri. Soltanto gli interventi ordinari prevedono un miliardo di euro per il 2023, 750 milioni destinati al 2024 e 841 milioni tra due anni. Più gli sgravi fiscali, gli aiuti alle famiglie e alcune operazioni garantite subito dopo l’evento. In totale, ben più di 4 miliardi di euro. Poi ci sono i fondi per le imprese e altri capitoli di spesa che contribuiscono a testimoniare un impegno senza soluzione di continuità. Il tutto segnalato pure di recente da Michele Barcaiuolo, parlamentare di Fdi, con un’elencazione.
Al netto di quanto messo in campo dall’esecutivo di centrodestra per l’alluvione del 2023, però, inizia a circolare uno specchietto, quasi un dossier, sulle responsabilità politiche pregresse.
O meglio: su cosa si sarebbe potuto fare, specie in tempi recenti, quando Elly Schlein era la vice di Bonaccini, governatore dal lontano 2014, in Regione. E su cosa quindi non è stato fatto. La segretaria dem era assessore per il Patto per il clima, un incarico che ha, tra le sue competenze, la prevenzione politica (per quel che è possibile) dalle calamità naturali. Il consigliere regionale Marta Evangelisti, capogruppo di Fdi, ha evidenziato alcuni punti focali a Il Giornale. Anzitutto «la Regione riconosceva necessarie 23 casse di espansione per limitare il rischio idrogeologico ma ne ha realizzate soltanto parzialmente il numero di 12, dimostrando così l’insufficienza di quell’intervento». «Quella stessa Regione ha incalzato la capogruppo - che ha utilizzato 1/3 delle risorse per gli interventi di messa in sicurezza idraulica». La capogruppo ha proseguito con l’attacco: «Occorre infatti ricordare loro come Ii fiumi esondati nel 2019 sono gli stessi esondati nel 2023 che erano stati segnalati, alcuni a far data addirittura dal 2011. Denunce ignorate perché contravvenivano a quel credo ambientalista che trovava nella vice presidente della Regione Elly Schlein la sua paladina, la sua prima portavoce». E ancora: «La sinistra al governo regionale vorrebbe attribuire l’esclusiva responsabilità di quanto accaduto al cambiamento climatico ma ci dovrebbero dire, cosa hanno fatto in questi 50 anni, cosa ha fatto la Schlein con la sua delega relativa al Patto per il Clima».
Poi c’è l’annosa questione della riduzione del consumo di suolo, altro capitolo dove la neo ditta Schlein-Bonaccini viene messa sotto accusa: «La legge ad hoc nel 2017 ha funzionato così male da classificare l’Emilia-Romagna tra le regioni maggiormente cementificate, con il 9% di suolo impermeabilizzato contro il 7% di media nazionale». Un passaggio a parte è destinato ai risarcimenti per le alluvioni precedenti, tra cui quello del 2019: i cittadini stanno segnalando come non tutti i soldi siano arrivati a destinazione. E da chi è dipeso? Sempre dal governatore dem Stefano Bonaccini, che comunque è stato nominato sub -commissario nella task -force di Figliuolo, in quanto governatore, al pari di Giani e di Acquaroli.
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