Verrebbe da dire: ma che cosa va cercando Epifani? È chiarissimo quel che va cercando: la rottura di un patto societario con un partner, il Pdl, di cui si vuol disfare. Ma se ne vuole disfare in maniera furbesca, italianuzza, senza dire chiaramente che cosa vuole e perché. Ricordate? Il primo a fare da rompighiaccio nel mar della codardia fu il sempreverde Bersani, commentando il discorso di Berlusconi a via del Plebiscito. Aveva detto: «La Pdl deve decidersi a staccarsi dal suo leader condannato in via definitiva». Ora, a parte il fatto che Bersani, e non soltanto lui, usa l'articolo femminile «la» per nominare «il» Popolo della libertà e vai a sapere perché, la furbizia retorica dell'ex segretario ieri approfondita da Epifani nella sua intervista al primo giornale italiano, consisteva in una finzione: credere e far credere che il Pdl se vuole andare avanti nel patto societario col Pd sia obbligato ad eliminare nientemeno che Silvio Berlusconi. Nient'altro: lorcompagni si contenterebbero, bontà loro.
E qui sta dunque il punto: il Pd, e il suo austero leader pro tempore, morirebbero, anzi muoiono, dalla voglia di far saltare il patto fiduciario che regge il governo, e dunque il governo stesso, di cui Epifani dice che ha fatto soltanto alcune cosette, scarti senza importanza. Ma Epifani e i suoi sanno che farebbero una figura miserabile di fronte agli italiani che aspettano di uscire dal famoso tunnel e che per vedere la luce hanno bisogno di un governo non in crisi ma anzi in accelerazione.
È qui il doppio fondo e, politicamente parlando, il bassofondo: far credere che la colpa sia del partner, che per la verità, parole dello stesso Berlusconi sul palco multato dal sindaco Marino, ha detto chiaro e tondo che il governo Letta deve proseguire e che il Pdl starà ferreamente ai patti. Sembra la vecchia favola di Esopo: l'agnello mi sta intorbidando l'acqua. Ma come è possibile se lui sta sotto e tu stai sopra? Non importa, dice il lupo: me lo mangio lo stesso. Epifani accusa infatti il Pdl di intorbidare l'acqua del governo specialmente mentre riafferma la sua volontà di sostenerlo. La logica lo vieterebbe e allora interviene l'argomento escogitato da Bersani: «la» Pdl deve scaricare Berlusconi. Cosa non solo impossibile, ma dal punto di vista logico demenziale perché, come tutti possono vedere anche dai sondaggi, il Pdl «è» più che mai Berlusconi. Proprio il Berlusconi abbattuto da una sentenza trasformata in cabaret. Capiamo che questa solidarietà politica e affettiva degli italiani che votano Pdl con Berlusconi sia motivo di grande rabbia per un partito smollicato come il Pd. Ma bisogna pur rispettare il principio di realtà: le cose stanno come stanno e non è onesto spacciare finzioni retoriche all'angolo del vicolo in cui si trova il Pd per la sua crisi eterna, endemica e che costituisce la vera zavorra che azzoppa il governo.
Epifani sarebbe ancora in tempo per fare una discreta figura dicendo chiaro e tondo quel che vuole. Dica: noi vogliamo buttare giù il governo Letta per nostre valutazioni e crisi politiche. Vogliamo rompere il patto e ce ne assumiamo la responsabilità con animo leale.
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