Esecuzione in una strada del centro

Sicari in scooter freddano un uomo e la sua compagna. Salva la bambina che aveva in braccio

Milano - Due uomini arrivano in scooter, caschi in testa, uno scende impugnando una pistola, di fronte una coppia e una bimba piccola. Le vittime si rendono conto del pericolo, cercano di scappare, lui da una parte lei dall'altra, ma il killer non lascia loro scampo. Una raffica di colpi, i proiettili a bersaglio, in testa, lui muore sul colpo, lei agonizza, tremante, coperta di sangue ma illesa la bimba. Questi i fotogrammi di una esecuzione di stampo mafioso anche se al momento l'uomo ucciso risulta un perfetto sconosciuto per la polizia. Forse il movente va ricercato in una cerchia piuttosto ristretta, forse soldi, forse tradimenti.
Il luogo del delitto è in una zona semicentrale di Milano, via Muratori, traversa della storica Porta Romana. Angolo della movida per i numerosi ristoranti che si aprono, uno dopo l'altro, per quasi duecento metri. Giusto all'inizio della strada l'agguato. Sul marciapiede di fronte al residence LM5, una coppia con la bimba, Massimiliano Spelta 43 anni, la sua compagna Carolina Sulejni Pajiano Ortiz, dominicana di 21 anni, e la loro figlioletta di un anno e mezzo. Non è ancora chiaro se si trovassero lì per caso o stessero uscendo dal residence. La seconda ipotesi appare più probabile perché i killer sembra abbiano agito sapendo bene dove e quando trovarli con certezza.
«Saranno state le 19.50, mi trovavo nel mio studio di geometra quando ho sentito distintamente almeno cinque colpi - racconta Luigi, 68 anni - sono subito sceso e ho visto il corpo di un uomo steso sul marciapiede, già morto, qualche metro di distanza una donna coperta di sangue, si agitava debolmente sotto di sé una bimbetta che potrà avere avuto un paio di anni al massimo». È l'unica scampata alla mattanza che più tardi gli agenti della squadra mobile iniziano a ricostruire grazie alle testimonianze di alcuni passanti. I due sono arrivati in sella a uno scooter, coperti dai caschi. Il mezzo si è fermato davanti ai due, il passeggero è sceso impugnando una pistola. La coppia ha capito cosa stava succedendo e ha cercato di scappare. Spelta verso il centro, la donna in direzione opposta portando con sé la piccola. Ma il killer spara in rapida successione almeno 7 o 8 colpi, forse l'intero caricatore dell'arma, riuscendo a colpire entrambi. Due colpi raggiungono Spelta alla testa, uno alla nuca la donna che si accascia a qualche metro dal compagno e con le ultime forze avvolge la figlia in un abbraccio.
A quel punto l'assassino salta sullo scooter e si dilegua in mezzo al traffico. Dopo pochi istanti arriva una prima pattuglia dei vigili urbani, ancora qualche istante poi la polizia e il 118. I medici si prendono cura delle vittime. Per Spelta non c'è più nulla da fare, il suo corpo rimarrà steso a terra tra due archetti messi a protezione del marciapiede. La donna viene raccolta ormai priva di sensi, intubata e portata in ospedale in condizioni disperate, codice rosso e prognosi riservatissima. Muore quattro ore dopo al Policlinico. La bambina invece ha solo qualche graffio sul volto, nulla di grave.
La polizia inizia le indagini, le testimonianze raccolte sono abbastanza precise e univoche, viene fornito il numero di targa dello scooter e la via di fuga. Alcuni agenti si mettono subito sulle tracce cercando telecamere che possono aver via via seguito gli assassini nel corso della loro fuga. Poi cercano di focalizzarsi sulla dinamica dell'omicidio che sembra proprio compiuto da veri professionisti, qualcosa di già vista nella Napoli violenta e nella Palermo insanguinata dalla guerra di mafia. Chi ha sparato in particolare ha dimostrato di saperci fare con le armi, non è facile colpire contemporaneamente due bersagli che si muovono in direzione opposte.
Ma se l'esecuzione è tipica della criminalità organizzata, per la precisione con cui sono state portata a termine, le vittime appaiono completamente fuori da questo contesto, entrambe infatti sono immacolate e prive di precedenti penali. Spelta era socio di un'azienda farmaceutica in liquidazione da un paio di anni e non sembrerebbe mai neppure sfiorato da indagini sulla criminalità organizzata.

Quindi tra le varie ipotesi ci potrebbe essere il movente dei soldi oppure quello passionale. Magari uno spasimante respinto, oppure un giro d'affari malavitoso nel quale si erano inseriti. Ipotesi suffragata dal fatto che il killer abbia tirato a entrambi.

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