RomaIl secondo primo giorno di scuola dei grillini - dopo lunedì scorso - scorre via senza rivoluzioni. La ghigliottina i cittadini a Cinque Stelle (a chiamarli grillini si offendono) l'hanno barattata con un apriscatole: quello che i cittadini senatori Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi e Daniela Donno introducono a Palazzo Madama e poi fotografano accanto ai loro tesserini freschi freschi, mettendo il tutto in rete per rendere plasticamente l'immagine di Beppe Grillo: «Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno». Il Parlamento che si taglia con un grissino.
C'è l'aneddotica da sbrigare, quando si parla di cittadini a Cinque stelle che «okkupano» i palazzi del potere. Ecco quindi il cittadino deputato Alessandro Di Battista arrivare in bicicletta. Ecco i cittadini deputati sedersi negli scranni in alto per controllare i poco onorevoli colleghi. Ecco i commessi guardare tutti con cautela, hai visto mai che quello sbarbato con zainetto diventi vicepresidente di commissione. Eccoli tutti a girare per il Transatlantico compatti e diffidenti, un nodo alla cravatta e uno allo stomaco, vestiti a modino ma con la disinvoltura del contadino a palazzo. Eccoli parlare con un giornalista senza dire quasi nulla e quello a gongolare per l'onore ricevuto. Ecco la cittadina capogruppo alla Camera Roberta Lombardi che alla fontanella beve l'acqua pubblica «alla canna» («la plastica inquina, porterò un bicchiere da pic-nic»). Eccoli sparire a ora di pranzo per cercare un modo democratico e grillino di riempire lo stomaco, evitando il più possibile quella Gomorra che è la buvette (al massimo un caffè: 0,80 euro). Eccoli alzarsi in pochi al saluto al Papa e fare arrabbiare i leghisti.
Ecco ancora Marta Grande con un grazioso broncio dovuto alla «gogna mediatica» e addirittura ai casi di «stalking da parte di giornalisti (o sedicenti tali), fotografi e cronisti» per la vicenda della laurea-non-laurea, che provvederà a spiegare mettendo in Rete i documenti che chiariscono tutta la vicenda: ha conseguito una laurea «Bachelor of Art» in Alabama, che vale solo negli States, è iscritta al master in Studi europei presso la Luiss School of Government, le manca solo la tesi per la laurea magistrale in Relazioni internazionali presso l'università Roma Tre ed è molto arrabbiata. Ma questo è un altro discorso. Ecco la cittadina senatrice Giovanna Mangili dimettersi a sorpresa come ripicca per una polemica che la vuole eletta alle Parlamentarie solo grazie a una cordata da Prima repubblica. Il marito, dicono i maligni, un big del Movimento in Brianza, avrebbe dirottato alcuni voti alla consorte, risultata prima in Lombardia davanti persino al capogruppo al Senato Vito Crimi.
Per tutto il giorno i cittadini parlamentari scrivono Fico e Orellana sulle rispettive schede gialle (una faticaccia rispetto ai tanti colleghi che consegnano schede bianche) e raccontano per filo e per segno la loro giornata sui social network. Postano foto, relazionano sulle tappe di avvicinamento alla Camera («il 170 è troppo comodo per andare a Montecitorio», scrive Laura Castelli. Alemanno ringrazia), promettono impegno. E criticano: i tempi lunghi, lo spreco di soldi, le farraginose regole, il troppo fumo. Crociata questa che impegna soprattutto le cittadine deputate Laura Castelli e Silvia Giordano: «Una puzza incredibile di fumo, anche di sigaro, proveniente dai corridoi dove è ovunque scritto vietato fumare!».
Sull'esercito delle cittadine e dei cittadini a Cinque stelle aleggia naturalmente per tutto il giorno il fantasma di Beppe Grillo, generale senza mostrine. Che però sente il momento e si fa sentire eccome. Di prima mattina incoraggia i suoi postando sul suo blog un incoraggiamento enfatico: «M5S in Parlamento: la storia ha inizio». Poi lancia su Twitter l'hashtag #èunpiacere. Ma le parole più pesanti sono quelle che rilascia alla tv tedesca Ard in un'intervista: «La parola governare mi inquieta. Sono i cittadini a decidere se si deve costruire un'autostrada o una bicicletta. Ci consideriamo come funzionari che siedono in Parlamento grazie ai cittadini».
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