Schumi sembra stare meglio. No news, good news. Mercoledì erano stati i medici a non parlare. Per cui primo buon segno. Ieri si è aggiunta la manager, Sabine Kehm. Secondo buon segno. Non servono aggiornamenti. La sensazione è che il lento recupero stia procedendo in linea con i piani prefissati dall'equipe medica di Grenoble (oggi nuova Tac). Lo si comprende anche dalle righe comparse sul sito dell'ex campione a firma della famiglia Schumacher: «Dopo l'incidente di Michael, vorremmo ringraziare le persone che da tutto il mondo hanno manifestato la loro vicinanza e hanno inviato i loro auguri per la guarigione. Ci stanno dando un grande sostegno... Sappiamo tutti che Michael è un lottatore e non mollerà mai». Parole che difficilmente verrebbero se il buio stesse avvolgendo le speranze. Parole che segnano un cambio di spirito.
In questo clima c'è allora spazio per raccontare anche di altro. Per esempio di un uomo piccolo di statura che da questa drammatica vicenda esce gigante; e di uno sport gigantesco che da queste tristi giornate riemerge piccino. Il gigante è Jean Todt, presidente della Fia, la Federazione dell'auto e soprattutto ex capo di Schumi in Ferrari ai tempi delle 72 vittorie in rosso del tedesco e dei 5 mondiali di fila. Con la moglie, l'attrice Michelle Yeoh, ha fatto 20 ore di aereo dalla Malesia, rientrando subito dalle vacanze e stabilendosi da giorni a Grenoble per stare vicino a Michael e ai familiari. A loro modo giganti anche Ross Brawn, ex direttore tecnico di Schumi ai tempi Ferrari ed ex boss Mercedes, giunto in incognito per portare la propria vicinanza a frau Corinna e figli. E gigante pure Luca Badoer, ex collaudatore della Rossa ai tempi del tedesco. Sono grandi amici, vero. Todt quasi un altro padre per Michael, vero. Però tutti gli altri dove sono? O almeno qualcun altro. Stiamo parlando dell'uomo simbolo della F1 moderna che lotta per la vita.
Tutti gli altri hanno twittato vicinanza. Anche la Ferrari pareva finita in questo vortice di incertezze. Andare o non andare con i propri uomini di vertice, con i Montezemolo, i Domenicali, i Piero Ferrari tutti - per la verità - fuori Europa per le feste natalizie, o meglio limitarsi al contatto quotidiano con la famiglia, meglio evitare di creare ulteriore confusione arrivando a Grenoble. Tutti dubbi sacrosanti. Ma così facendo, il senso di solitudine attorno al più grande campione della F1 e della storia Ferrari - davvero pochi i tifosi in questi giorni fuori dall'ospedale - rischiava d'aumentare prestandosi anche a sgradevoli interpretazioni. Invece, ieri, la mossa a sorpresa made in Maranello. Anche romantica. Sui social del Cavallino, su facebook, su twitter ecco la chiamata rivolta a tutti i tifosi dei club Scuderia Ferrari: noi mettiamo i pullman davanti alle varie sedi dei club e tutta l'assistenza logistica in loco e voi metteteci il cuore e domani (oggi, ndr) fatevi trovare a Grenoble davanti all'ospedale. Vi vogliamo tutti vestiti di rosso per far sentire il nostro sostegno a Michael Schumacher nel giorno del suo compleanno. Chapeau. In aggiunta, sul sito del Cavallino da oggi sarà online una foto gallery delle 72 vittorie del campione in rosso.
Mentre circola voce di un possibile e prossimo trasferimento di Schumi e procede l'inchiesta per ricostruire la dinamica dell'incidente, secondo il quotidiano tedesco Bild Michael sarebbe finito nel tratto di neve fresca per aiutare una bambina della comitiva che era caduta. Una guida intervistata racconta che appena caduto stava come seduto e con le braccia pareva remasse affondando le mani nella neve.
Non solo: nell'impatto non avrebbe avuto il tempo di proteggersi la testa con le braccia a causa di uno sci che non si era sganciato. Sci ovviamente sotto sequestro. In attesa di certezze, tante voci. E le parole grintose della famiglia. C'è da sperare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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