Un po di frutta di stagione. Qualche chilo di melanzane. E a casa per pranzo nessuno si lamenterà. Erano ligi ai doveri familiari i sei dipendenti del comune di Roccamena, poco meno di duemila anime nellentroterra palermitano. Ogni mattina una passeggiata fra le bancarelle del mercato, giusto perché in casa, al rientro, non mancasse nulla. Un po di spesa sì, che è estate, e col caldo che fa la roba è meglio trovarsela fresca in tavola. Specie se lalternativa è stare chiusi in ufficio sommersi da carte, multe e ricorsi. O peggio: in mezzo al traffico cittadino. Che Roccamena, si sa, di macchine e Tir ne ha parecchi in giro. Così i sei impiegati, due agenti della polizia municipale, due dellufficio tecnico e due impiegati amministrativi, hanno pensato bene di organizzarsi. Chi fa da sé fa per tre. Stavolta per sei.
Il loro ingegno hanno pensato bene di utilizzarlo proprio per adempiere ai doveri familiari e così hanno manomesso i controlli elettronici dellufficio. Più giri al mercato e meno ore al lavoro. Il cartellino, insomma, risultava timbrato. Loro intanto compravano le melanzane. Li hanno scoperti gli agenti della polizia giudiziaria. Semplici pedinamenti ma anche apparecchiature un pochino più sofisticate. E il giochino è stato scoperto. Ci sono voluti otto mesi, ma alla fine i carabinieri della compagnia di Monreale hanno notificato sei avvisi di garanzia agli impiegati tutti casa e famiglia. E addio pranzi succulenti. Perché laccusa è di truffa ai danni dello Stato. E tutto è documentato. I sei furbetti, che per mesi - ovviamente - hanno continuato a percepire lo stipendio sudato nei piccoli market del paese - si sarebbero «illegittimamente assentati in molte occasioni e per diverse ore dal municipio, alterando i controlli elettronici delle presenze, per adempiere ad attività private».
Insomma, il giochino è finito. E cè da giurare che i sei ne piangeranno le conseguenze soprattutto a tavola.
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