Il Pd mette in atto la strategia della tensione. Cerca l'occasione giusta per strappare col Pdl e far cadere il premier Enrico Letta. È stato lo stesso segretario Guglielmo Epifani ad aprire le danze. Incassato il duro colpo, il Pdl ha risposto a tono. Di ora in ora le fibrillazioni crescono e le chance per l'esecutivo di tirare oltre l'estate si assottigliano. La stessa tensione è vissuta anche tra i ministri che si minacciano a distanza. Tanto che si fa strada l'ipotesi di un ritorno alle urne. "Se il Pd ha deciso di staccare la spina al governo, cessi le provocazioni e lo dica chiaramente - ha avvertito il capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani - se ne assumerà le responsabilità davanti agli italiani". Ma Letta non intende morire per mano dei compagni di partito. Così sceglie la direzione del partito per serrare le fila: "Stiamo uniti o qui crolla tutto".
"Berlusconi come Yulia Tymoshenko, in cella. Così che tutti gli italiani capiranno che razza di Paese è diventato l’Italia e che c’è da aver paura". In una intervista ad Affaritaliani, Daniela Santanchè torna a lanciare un avvertimento al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché ripristini le regole della democrazia garantendo al Cavaliere l'agibilità politica che, a suon di sentenze, la magistratura sta cercando di azzerare giocando di sponda con i democratici. Dopo il diktat di Epafini al capo dello Stato di non concedere sconti al Cavaliere, i parlamentari e i ministri del Pd sono passati all'attacco. Proprio sulla questione dell'agibilità politica per Berlusconi si è consumato lo scontro a distanza tra esponenti del governo dei due fronti. Dai microfoni di SkyTg24 è il viceministro all’Economia Stefano Fassina ha attaccato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi spiegando che il Pdl "non può aspettarsi dal Pd un sostegno per interventi ad personam". Senza entrare nel merito, l'esponente democrat ha demolito le possibili strade da percorrere rilevando che "gli interventi ad personam" sono "fuori dal perimetro costituzionale sarebbero fuori dal perimetro delle nostre leggi". Fassina è rimasto fermo nel ribadire che "il governo non deve fare interventi ad hoc per nessuno". La strategia della tensione messa in atto dai democratici è tesa proprio a logorare i rapporti tra le forze politiche che compongono la coalizione di maggioranza. Non avendo il coraggio di assumersi le conseguenze di un eventuale strappo che porterebbe alla caduta di Letta, il Pd continua a punzecchiare il Pdl attaccando direttamente Berlusconi. "Dobbiamo tornare all’agibilità politica - ha avvertito in serata il premier - ma se viene meno l’unità del Pd in questo momento di sfilacciamento, il sistema rischia di venir giù".
Nonostante le provocazioni del Pd, il Pdl cerca mantenere un clima disteso. Prima di decidere come muoversi, Silvio Berlusconi sta aspettando segnali dal Quirinale. I riflettori sono, infatti, puntati sulle prossime mosse di Napolitano che, dopo aver incontrato i capigruppo del Pdl, è chiamato a trovare una solizione dopo il pasticcio fatto dalla Cassazione. Gli attacchi e le provocazioni del Pd, però, non lasciano indifferente il centrodestra. Fabrizio Cicchitto si augura che dalla riunione della direzione di oggi del Pd possa arrivare un messaggio di responsabilità e di tenuta del governo. Tenuta che deve passare anche attraverso il rispetto per tutte le forze politiche che fanno parte della maggioranza. Insomma, l'esatto contratio delle reazioni innescate dall’intervista rilasciata ieri da Epifani. Reazioni che potrebbero facilmente portare la situazione in un vicolo cieco.
"Siamo a uno snodo decisivo - ha avvertito Cicchitto - se l’attacco frontale di natura giudiziaria a Berlusconi diventa anche un attacco altrettanto frontale sul piano politico e ciò avviene non solo ad opera di giudici alla Esposito ma di un partito di governo come il Pd è evidente che le cose sono destinate a complicarsi e di molto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.